Continua a crescere, anche se di
poco, la spesa degli italiani per i pasti fuori casa, ma le
pizzerie perdono il loro appeal. La cifra complessiva destinata
a tali consumi è infatti passata dai 52 miliardi del 2002 ai
52,6 miliardi di euro nel 2003, con un incremento quindi di poco
superiore all’1%; contemporaneamente, però, la presenza in
pizzeria è scesa dal 61% del 2001 al 55% dello scorso anno.
E’ la stima di AcNielsen, che ha diffuso i dati dell’
indagine compiuta con interviste a 6.000 famiglie italiane
sparse sul territorio nazionale in occasione dell’ apertura a
Rimini del Mia, la Mostra Internazionale dell’ alimentazione.
La parte del leone (85,5%) la fa la ristorazione commerciale
(66% ristoranti e 34% bar), mentre il 14,5% riguarda la
ristorazione collettiva (mense, eccetera). La diffusione di
esercizi per la consegna delle pizze a domicilio e l’
inserimento della pizza nei menu di ristoranti diversamente
classificati fa segnare un regresso dei frequentatori abituali
delle pizzerie: era il 62% degli italiani nel 2001, è il 55%
nel 2003. Si sono invece consolidati i numeri del fast food: i
frequentatori abituali passano dal 18% al 22% degli italiani.
Fra le cucine etniche (il 9% degli italiani la frequenta
almeno una volta al mese), scende quella cinese, salgono quelle
messicana, indiana e giapponese.
L’ indagine ha sondato i consumatori anche sulle tendenze per
le bevande nei pasti fuori casa o su singoli alimenti. Nei
prossimi tre anni i consumi di acqua sono dati in aumento del
4%, del 7% per la birra e del 14% per le bevande a base di
frutta. Fra i succhi, quelli di arancia guidano la graduatoria
delle preferenze (61%), seguiti dai succhi con polpa (42%).
Nel consumo delle bevande fredde, quelle più diffuse sono
vino e acqua, ma va bene anche il té freddo pronto, molto
gradito dai giovani a pranzo. Fra le bevande calde, quelle a
maggior penetrazione sono ancora il té (64 italiani su 100), la
cioccolata e la camomilla (entrambe al 50%) mentre non è
trascurabile il dato su infuse e tisane (34%). Ma le occasioni
di consumo sono per tutte concentrate nel pomeriggio. Per le
acque minerali è in aumento il numero degli italiani che al
ristorante vorrebbe anche la carta delle acque, un aumento
maggiore fra le donne (35,2%) che fra gli uomini (33,9%) e più
consistente al sud (44%).
Quanto al caffé, la metà degli italiani ne consuma 2 o 3 al
giorno, il 3% arriva a 5, mentre il 17% non ne beve nessuno.
Il pesce riscuote un gradimento crescente fra gli italiani ed
al vertice ci sono i crostacei preferiti da 3 italiani su 4.
Fra le tendenze estreme dell’ alimentazione, che sfidano le
convenzioni della cucina occidentale, da segnalare la curiosità
di un locale di Milano che nel menu presenta specialità etniche
con insetti commestibili (bruchi, cavallette, grilli), cocktail
afrodisiaci con alcolato di serpente, ed infine bruchi
imperatori al rum o tartine con uova di formica rossa. L’indagine non precisa quale sia il gradimento dei consumatori.