“Non abbiamo voluto finanziare progetti vicarianti l’azione degli enti locali, progetti che sostituiscano l’azione dei servizi pubblici. I servizi essenziali, ad esempio di assistenza ai più deboli, sono doveri degli enti pubblici. Con il ‘bando’ I Reggiani, per esempio abbiamo voluto mostrare e dare fiducia ai cittadini, per il loro impegno come cittadini attivi, dicendo loro: se vi organizzate, vi mettete in rete per mettere in campo una collaborazione per la comunità e a vostra volta trasmettere fiducia. I progetti presentati sono stati parecchi, abbiamo scelto per priorità; quelli che non abbiamo potuto sostenere con le risorse disponibili, hanno comunque la nostra attenzione. Il nostro obiettivo è di favorire la sussidiarietà orizzontale, stimolare e sviluppare il capitale sociale di cui Reggio è ricca. Con questo incontro vogliamo riflettere sulla cittadinanza attiva, ringraziando e valorizzando tutti coloro che hanno avanzato proposte per la nostra città, ma anche tutti coloro che ogni giorno operano a vantaggio del bene comune e contribuiscono a rendere saldo il nostro tessuto sociale. Essere comunità significa infatti saper mettere in circolo idee, risorse ed energie partendo da quello che ciascuno di noi può fare per gli altri e per rendere migliore il nostro vivere insieme”.
E’ il saluto del sindaco Graziano Delrio, stasera in Sala del Tricolore, ai partecipanti a I Reggiani, per esempio 2010, invito del Comune a presentare proposte di cittadinanza attiva e il protagonismo della società civile. Un incontro, ha sottolineato Delrio, che non poteva non tenersi “in questa Sala, dove dal civismo è nato, alla fine del Settecento, il percorso del nostro Paese verso la democrazia, dove è nata la nostra bandiera. I valori della Rivoluzione francese ebbero successo perché ogni cittadino sentiva che il suo destino, le sue scelte, incidevano sul destino degli altri. E’ un senso di comunità che voi oggi riproponete e mantenete vivo: sentite la comunità come vostra e volete esserne parte, perché sia più serena, sicura e solidale”. Delrio ha poi ringraziato i partner che hanno sostenuto l’iniziativa: Forum Terzo settore, Fondazione Manodori, Coop consumatori Nord-Est, Iren e Servizio sanitario regionale-Ausl.
In Sala del Tricolore è intervenuto il professor Giovanni Moro, docente di Teorie e pratiche della cittadinanza attiva nelle Università di Macerata e di Roma Tre, fondatore del Movimento federativo democratico, considerato in Italia uno dei principali esperti di cittadinanza attiva.
“E’ importante – ha detto Moro – che il Comune di Reggio sia partito dalla realtà sociale, non imponendo quanto voleva, superando nettamente logiche di settore, uscendo dai ‘recinti’ e affrontando in modo chiaro la valorizzazione dell’attivismo civico come tale. Il Comune non ha investito soltanto soldi, ma anche reputazione, innovatività, in un’esperienza che potrà essere sempre migliorabile, ma è un’eccezione in Italia”.
“Quel che più conta, però – ha aggiunto il professor Moro – è che qui è stata affrontata sul serio la sussidiarietà orizzontale come è intesa dall’articolo 118 della Costituzione, in discontinuità con le visioni che spesso si anno di questo tema. Con I Reggiani, per esempio, Comune e partner civici hanno sperimentato il significato di ‘favorire’ la sussidiarietà. Ve ne sono di due tipi: una visione pubblica del ‘favorire’ la sussidiarietà e una privatistica.
Quella privatistica è l’istituzione che dice ai cittadini: non vi chiediamo di pagare le tasse, ma le fognature ve le fate voi. Questa è l’abdicazione dell’istituzione pubblica alle responsabilità costituzionali che le sono attribuite, demandando ad altri i propri compiti ed è basata sul ‘fare cose’. In Grano Bretagna il nuovo governo propone la Big society. Tradotto, significa: Stato più piccolo, società più grande. Alla società, direttamente ai cittadini, sono demandate le azioni pubbliche che competerebbero allo Stato: serve una scuola o un ospedale, ve li fate voi cittadini, se non ve li fate vuol dire che non li avrete. Ovvio che tende a vincere il più forte, si vince per quel che si ha e non per quel che si è, mentre lo Stato assume paradossalmente una sorta di forte ruolo dirigista. In questo modo, fra l’altro, mezzo milione di funzionari pubblici sono stati licenziati.
L’altra visione del favorire la sussidiarietà, quella pubblica, è quella che state sperimentando a Reggio: favorire l’espressione e la concorrenza virtuosa a proporre iniziative sociali, l’attivismo dei cittadini nella vita pubblica cercando un giusto equilibrio, senza abdicare a ruoli e responsabilità istituzionali. Il tema è complesso e la sua portata è generale, implica anche una riforma del modo di essere della politica. Perché il principio di sussidiarietà pubblica è fortemente pluralistico, è un decidere plurale. Per la politica significa integrare il principio di rappresentanza, con il principio di intervento dal sociale: significa acquisire il fatto che non si possono spingere tutti i cittadini nello stesso modo e nella stessa direzione. Avete accettato una sfida importante e positiva, favorendo il cammino di un gruppo che vedo molto numeroso”.
Riccardo Faietti di Forum Terso settore ha spiegato che “abbiamo accompagnato molto volentieri tutto il percorso de I Reggiani, per esempio e vogliamo continuare, in altre fasi e con altri progetti. E’ stato un percorso non facile, con qualche difficoltà dovuta al fatto che è stata la prima esperienza di questo tipo, ma crediamo che su questo tema ci sarà un futuro, questa realtà merita un percorso di crescita”.
All’incontro – a cui erano presenti numerosi rappresentanti delle associazioni, organizzazioni e scuole che hanno partecipato al ‘bando’, alcuni dei quali hanno descritto le loro esperienze di cittadinanza attiva e i progetti presentati – hanno partecipato anche l’assessore alla Cura della comunità Natalia Maramotti, l’assessore all’Educazione Iuna Sassi, il direttore generale del Comune Mauro Bonaretti, i dirigenti del Servizio Partecipazione e Decentramento Roberto Montagnani e del Servizio Comunicazione Nicoletta Levi.
L’assessora Maramotti ha illustrato gli esiti de I Reggiani, per esempio 2010, a cui hanno risposto oltre 200 fra organizzazioni e associazioni di volontariato formali o informali, cooperative sociali, parrocchie, gruppi di cittadini, scuole e associazioni sportive per un totale di 439 proposte presentate. Sono stati scelti 175 progetti (pari al 40% dei progetti presentati), che si sono distinti per utilità sociale. La scelta è stata operata infatti sulla base dei parametri e dei criteri oggettivi fissati dal bando, tenendo conto della qualità delle proposte e considerando anche la diffusione dei progetti sul territorio. I vincitori si sono aggiudicati gli 800mila euro disponibili, a fronte di una richiesta di 6 milioni di euro necessaria per finanziare tutti e 439 i progetti presentati.
I progetti premiati sono dedicati al sostegno alla famiglia (48 progetti inclusi progetti delle scuole per 245.700 euro), all’integrazione e alla coesione sociale (18 progetti per 116.500 euro), alle politiche culturali (23 per 168.700 euro), alla rigenerazione urbana (20 per 91.600 euro), alla promozione e cultura ambientale (5 per 34.500 euro), alla promozione turistica della città (4 per 23.000 euro), alla promozione di attività sportive, anche con disabili (57 per 120.000 euro).
Sono state premiate, ad esempio, proposte su: conciliazione di tempi e orari famiglia-lavoro (ad esempio, doposcuola), supplenza per alto tasso di occupazione femminile, sollievo in situazioni di criticità familiari; per anziani e disabilità; per l’integrazione culturale, che rappresenta la leva fondamentale per garantire coesione; progetti per l’educazione alla cultura, l’incentivazione delle diverse forme artistiche e della storia locale. Scelti progetti orientati allo sviluppo del centro storico come cuore delle attività culturali e di promozione commerciale per tutta la popolazione reggiana: riconosciute anche iniziative di associazioni di commercianti del centro, che hanno instaurato relazioni significative con l’istituzione; ma anche proposte coerenti con la rigenerazione urbana delle Ville, dei quartieri e delle frazioni. L’incentivazione della cultura ambientale ha visto riconosciuti progetti di famiglie in rete per curare il verde pubblico. Finanziate proposte di associazioni su regole e legalità. Le scuole premiate si sono messe in rete e hanno creato progetti condivisi, ottenendo importanti riconoscimenti.
Diciotto progetti sono stati proposti da scuole, 57 da associazioni sportive e 364 da altri soggetti: cioè circoli e centri sociali (18 progetti); gruppi di cittadini, per un totale di 301 cittadini (53 progetti presentati); enti morali e parrocchie (24 progetti); associazioni di categoria e di commercianti (15 progetti).
Sono stati finanziati 16 su 18 progetti presentati dalle scuole (80.000 euro); tutti i 57 progetti di associazioni sportive perché tutti hanno risposto ai parametri indicati dal ‘bando’ (120.000 euro); 102 su 364 progetti presentati dagli altri soggetti (600.000 euro). Di questi 102 progetti finanziati, 32 sono di associazioni di promozione sociale, 28 di associazioni di volontariato, 11 presentati a gruppi di cittadini, 11 da enti morali e parrocchie, 10 da circoli e centri sociali, 5 da cooperative sociali di tipo B (lavoratori svantaggiati) e 5 da associazioni di categoria.
Dei 102 progetti finanziati provenienti da gruppi e associazioni, la Commissione ne ha individuati 53 (il 50% circa) come innovativi, per proponente o per contenuto: 25 per novità del proponente, 28 per contenuto. Dunque, tra i premiati vi sono organismi che già hanno avuto rapporti con il Comune per la validità delle loro attività e altri sono soggetti nuovi, emersi grazie al bando.
Le proposte scelte non riguardavano e non si sovrappongono ai Servizi sociali essenziali, già svolti dall’Amministrazione, né sono di sapore assistenziale, ma sono a sostegno di iniziative che rivelano un protagonismo civico consapevole, solidale e maturo.

