Nelle mattinata odierna, i carabinieri della Compagnia di Modena, unitamente a quelli del locale Nucleo Ispettorato del Lavoro ed a ispettori della Direzione Provinciale del Lavoro, in stretta collaborazione con personale dell’INPS ed INAIL di Modena, hanno proceduto ad effettuare mirati ed accurati controlli all’interno dei cantieri del costruendo centro direzionale di Modena, ubicati a ridosso di via Paolo Ferrari angolo via Stanguellini.

I militari, dopo aver acceduto all’interno del piazzale del predetto cantiere ove tuttora sono in corso i lavori di completamento delle opere murarie esterne di cinque fabbricati multipiano, tra cui le cosiddette “Torri”, hanno identificato, previa accurata ricognizione dei luoghi finalizzata alla ricerca di eventuali operai clandestini, 40 lavoratori di varie nazionalità (in maggioranza provenienti dal sud Italia ma anche marocchini, tunisini, albanesi e rumeni), 7 dei quali sono risultati occupati “in nero” (e rispettivamente assunti da due ditte con sede legale nelle province di Mantova e Bologna, la cui attività è stata pertanto sospesa in attesa della relativa regolarizzazione delle singole posizioni, prive di regolare contratto di assunzione).

L’accertamento ha consentito di individuare, quali ditte operanti nel suddetto cantiere, 17 imprese edili, per lo più facenti capo ad imprenditori delle province di Reggio Emilia, Bologna e Mantova.

È stata inoltre accertata, a carico di una delle ditte operanti, una consistente violazione della normativa in materia di sicurezza dei luoghi di lavoro, essendo stati rilevati carichi di materiale cementizio, non adeguatamente assicurati così come previsto dalla normativa di settore.

Complessivamente, a carico delle due ditte al momento sanzionate con la sospensione temporanea dell’attività, è stata comminata una sanzione pecuniaria di carattere amministrativo pari a 15.600,00 Euro.

Sono tuttavia in corso ulteriori accertamenti volti a riscontrare la corretta tenuta di tutti i libri contabili afferenti le ditte oggetto di verifica.

Da ultimo si potuto accertare che tra i 40 operai identificati vi erano due lavoratori, un marocchino ed un operaio di origine campana, già noti all’Arma per piccoli precedenti penali in materia di violazione della normativa sugli stupefacenti e reati contro la persona.