Variazioni in entrata e in uscita, per il bilancio del Comune di Casalgrande: anche il comune ceramico ha provveduto, ai sensi delle norme vigenti, a verificare tutte le voci di entrata e di uscita, al fine di assicurare il mantenimento del pareggio di bilancio. Si è registrata così un’eccedenza di parte corrente di 279mila euro, che consentirà di non utilizzare gli oneri di urbanizzazione sulla parte corrente, bensì sugli investimenti.

Maggiori entrate. In dettaglio, il Comune si trova ad avere un aumento delle entrate, derivanti dal maggior gettito Ici, pari a 272mila euro. Di questi, 80mila euro sono riferiti all’Ici di competenza per l’anno in corso, che i cittadini e le imprese verseranno a dicembre. I restanti 192mila euro, considerati un’entrata straordinaria, provengono dal recupero dell’Ici degli anni precedenti: la quasi totalità della somma deriva dal fallimento di un’azienda, nel cui passivo il Comune è riuscito a recuperare totalmente il credito Ici.

Minori entrate e maggiori spese. La crisi del settore immobiliare è ancora sferzante, come conseguenza di un momento di crisi economica generale. Per Casalgrande, ciò significa un meno 35mila euro di proventi derivanti dalle escavazioni, legate a una flessione dell’attività edificatoria. Parallelamente, sono stati restituiti 50mila euro di oneri urbanizzazione a coloro che hanno rinunciato a edificare, e che avevano anticipato, come di prassi, il 50% degli oneri al Comune.

Sempre sul fronte delle maggiori spese, il Comune ha messo a disposizione del Settore Sociale ben 36mila euro in contributi per l’affitto, per fare fronte alle esigenze di chi si trova in condizione di disagio abitativo. Per la manutenzione straordinaria del patrimonio comunale, soprattutto degli edifici scolastici (come ad esempio i lavori di adeguamento alle norme antincendio) sono stati stanziati 32mila euro in conto capitale. Infine, 40mila euro sono messi a disposizione nell’ambito della redazione del Psc (Piano strutturale comunale) per rispondere alle osservazioni dei cittadini e delle imprese sul nuovo Psc. In sintesi, il bilancio di Casalgrande non presenta problemi di avanzo, né problemi di spesa.

Tuttavia, come illustra l’assessore al bilancio Alberto Lodi: «Il Patto di stabilità continua a essere un incubo per i Comuni, poiché i vincoli possono condurre alla paradossale situazione di impossibilità di utilizzare risorse disponibili, cioè non potere spendere soldi che abbiamo. Una situazione che manifesta i propri effetti negativi soprattutto per quanto concerne gli investimenti finalizzati alla realizzazione di opere pubbliche, con il duplice svantaggio della difficoltà di offrire servizi alla collettività e di venire meno al potenziale ruolo di promotore dello sviluppo economico che l’ente locale potrebbe svolgere, essendo proprio gli enti locali gli attuatori della maggior parte di investimenti pubblici. Quindi, per promuovere lo sviluppo, un alleggerimento dei vincoli del patto di stabilità potrebbe fare liberare risorse da parte degli enti locali: ciò si concretizzerebbe in lavoro, reddito, occupazione, quindi benefici per imprese e lavoratori e, non da ultimo, la realizzazione di opere al servizio della collettività. In questo contesto va sottolineato il ruolo positivo svolto dalla Regione che, in un’ottica di vero federalismo, ha messo a disposizione degli enti locali rispettosi di determinati parametri, degli spazi finanziari per potere consentire di utilizzare risorse disponibili, commissionando nuovi lavori o pagando le imprese creditrici. Il nuovo Patto di stabilità regionale, quindi, ci ha consentito di potere spendere 460mila euro in più, in deroga al Patto di stabilità nazionale».