Sono stati più di mille, in poco più di un mese, i visitatori che hanno deciso di immergersi nell’atmosfera magica de “La stella del Jazz”, la mostra – a ingresso libero – allestita al Piano Nobile della Rocca Estense di San Martino in Rio dal 22 ottobre e dedicata all’indimenticato clarinettista sammartinese Henghel Gualdi, che rimarrà aperta fino al 29 aprile osservando i seguenti orari: sabato 10.00-12.30 festivi 10.00-12.30 15.00-18.30.

Oltre mille persone non si sono lasciate sfuggire l’occasione di intraprendere un vero e proprio viaggio virtuale nel tempo, in cui l’arte del musicista e i ricordi legati alla sua figura prendono vita, grazie alle nuove tecnologie, oltre che all’opera e all’impegno di famigliari e amici che hanno voluto far sentire la sua eterna presenza attraverso immagini, oggetti, suoni e parole.

“La stella del Jazz” è una mostra interattiva, in cui le pareti parlano e i pavimenti suonano: lungo il perimetro del percorso espositivo, i muri raccontano di Gualdi attraverso animazioni, suoni e effetti visivi, mentre sul pavimento sono disegnate stelle che, al tocco del piede, offrono l’ascolto di uno dei 9 brani selezionati nel repertorio hengheliano della musica da ballo. In linea con gli animi più sognatori, portati a volgere lo sguardo verso il cielo, anche i soffitti danno il loro contributo alla mostra, trasformandosi in spartiti musicali in cui è possibile leggere la musica del gualdi più classico.

Sono stati tanti i personaggi noti e meno noti legati a Henghel Gualdi, a voler offrire il proprio apporto ad un’inziativa così fortemente sentita per onorare il clarinettista che ha segnato la storia della musica italiana e mondiale, e che ha lasciato un’indelebile impronta nel suo territorio di origine: lungo il percorso espositivo è infatti possibile ammirare oggetti, spartiti, dischi, collezionati con dedizione da Danilo Righi, un clarinetto concesso nientemeno da Pupi Avati, che lo ebbe in dono da Gualdi e opere di stimati artisti reggiani come Wal (bozzetto per la scultura “La rumba delle noccioline”), Ro Marcenaro (disegno che ritrae Gualdi adagiato sulla torre civica)e Davide Tirelli ( due tele sovrapposte a rappresentare il sogno americano del clarinettista).

Ultime tappe del percorso sono l’Archivio Gualdi e la Sala d’Aragona, dove la vita del clarinettista verrà raccontata ininterrottamente attraverso la sua musica e proiezioni audiovisive. Si tratta di una vera e propria narrazione collettiva, arricchita da un’esperienza sensoriale unica che, certamente, continuerà a richiamare un pubblico eterogeneo, suscitando l’interesse anche tra giovani e giovanissimi ai quali, come sostiene l’amico Renzo Arbore, “Il Maestro Gualdi ha ancora molto da dire”.

Inoltre, in queste giornate così fredde e avvolte nella nebbia, in cui abbandonarsi alle note del jazz è particolarmente piacevole, visitare la mostra dedicata al grande Henghel Gualdi costituisce un modo per trascorrere un po’ del proprio tempo libero in un’atmosfera insolita e un po’ magica.

Per informazioni:0522 636709