Quasi un anno fa le donne hanno riempito le piazze d’Italia per dimostrare il loro sdegno nei confronti dell’allora governo: erano i giorni in cui era scoppiato il rubygate, si era scoperto delle feste nei palazzi del potere, e la dignità e il rispetto del genere femminile erano calpestati ogni giorno.

Da quel moto di ribellione al clima insostenibile, è nato un movimento popolare tutto al femminile che ha acceso (e per alcune riacceso) un sentimento di lotta e desiderio di parità sociale.

Così le organizzatrici del ‘Se non ora quando?’ ci richiamano in piazza domenica, per il secondo atto: “SE NON LE DONNE, CHI?”

Io ci sarò, ma voglio fare appello a quanti potrebbero partecipare, un paio di motivi per cui è importante esserci: questo è un momento di cambiamento globale e di ridefinizione del mondo moderno, e il nuovo copione non può essere scritto senza il fondamentale contributo delle donne;

nel nostro paese è passata l’emergenza del berlusconismo, ma non abbiamo finito: quote rosa, lavoro nero e precariato, violenza, asili nido… abbiamo ancora molto da fare!

Partendo subito dalla manovra Monti, la quale penalizza fortemente le donne poiché a fronte dell’innalzamento dell’età pensionabile non prevede sostegni al passaggio erogando servizi per anziani e bambini;

perché non dobbiamo dimenticare che “i diritti sono frutto di lotte e di impegni di molte generazioni; e si possono anche perdere”.

(Giuditta Caterina Paganelli, Coordinatrice Provinciale Idv Modena -Dipartimento Donne)