Il clima da guerra che è stato creato intorno alla Valle di Susa per ampliare il cantiere dei lavori per l’Alta velocità ferroviaria (TAV) è quanto di più incostituzionale ci possa essere.
Luca Abbà, 37 anni, uno degli storici militanti NO TAV, è rimasto fulminato ed è caduto a terra, inseguito su per un traliccio dell’alta tensione mentre protestava per l’esproprio dei suoi terreni: è una cosa mai accaduta in Italia.
La lotta dei valsusini è un esempio di resistenza comunitaria che si vuole stroncare con la forza, per evitare che ovunque si saldino le lotte contro le grandi opere che fanno solo profitto per pochi e che devastano i territori, l’ambiente e la vita di tutte e tutti noi.
L’alta velocità Torino-Lione, che si vorrebbe costruire in Val di Susa, è l’ennesima “grande opera” assolutamente inutile, costosa e dannosa per l’ambiente. Un progetto vecchio che si vorrebbe far passare per moderno, ma che in realtà risulta superato dal punto di vista trasportistico e finanziario, oltre che insostenibile per l’ambiente.
Un progetto che divorerà 20 miliardi di euro di denaro pubblico: uno schiaffo ai sacrifici che il Governo Monti sta chiedendo, con manovre tanto inique quanto recessive, alle fasce più deboli della popolazione. Sarebbe meglio destinare quelle risorse al welfare, magari per evitare la privatizzazione dei servizi, e alla messa in sicurezza del territorio, unica grande opera di cui l’Italia ha davvero bisogno.
Rifondazione Comunista invita tutti i cittadini a riflettere sul fatto che in Val di Susa le forze dell’ordine si comportano come un esercito di occupazione con l’unico compito di ”conquistare il territorio”, a qualunque costo. Il tutto in sfregio alle scelte democratiche dei cittadini della Val Susa, che con determinazione hanno detto no alla TAV.
Ci uniamo alle richieste di quanti chiedono al governo di fermare questo accanimento violento nei confronti della popolazione e di tutti i manifestanti. Può farlo. Se vuole.
Le forze democratiche che lo sostengono hanno il dovere di muoversi in questa direzione, se veramente democratiche sono e se non guardano soltanto agli equilibri di potere per sorreggere le banche e i grandi capitali.
(PRC Federazione di Modena)

