Da circa quattro mesi si trovava agli arresti domiciliari con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale, perché già al centro di un episodio alquanto movimentato verificatosi lo scorso 9 novembre. Domenica notte però aveva deciso che per lui era arrivato il momento di tornare libero. Ha cosi messo in atto una folle e pericolosa protesta facendo scattare l’allarme per un paio d’ore nel centro dell’abitato di Cadelbosco Sopra dove abita. Il protagonista dell’assurda “protesta”, è A.T., pregiudicato 28enne di origini marocchine, molto noto alle forze dell’ordine per la sua variegata fedina penale. Tutto è iniziato la notte di domenica 25 marzo scorso, intorno alle quattro: il giovane si è praticamente barricato nella camera da letto, mettendosi ad urlare ed a pronunciare frasi che in un primo tempo non sono state molto comprese. La situazione non ha accennato a risolversi e così al centralino del 112 dei carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Emilia sono cominciate ad arrivare numerose telefonate dai residenti. In piazza Libertà sono così arrivati i carabinieri della locale Stazione raggiunti dai colleghi della Compagnia di Guastalla e del Nucleo Investigativo del Comando provinciale reggiano.
«Ho una bombola del gas, fatemi uscire o la faccio esplodere» è questa in buona sostanza la frase che il giovane ha urlato ai Carabinieri. A Cadelbosco sono arrivati anche i vigili del fuoco e il personale inviato dal Reggio soccorso: la situazione, così come era esplosa improvvisamente, poteva altrettanto velocemente degenerare. Solo al medico di turno della guardia medica il 28enne ha permesso di avvicinarsi e con lui è rimasto a parlare per alcune ore sino a quando stanco e senza più adrenalina, il giovane ha deciso di arrendersi: ha aperto la porta della camera e si è consegnato ai carabinieri e al personale del 118. Poi in ambulanza è stato trasferito al pronto soccorso dell’Ospedale Santa Maria di Reggio dove è rimasto sino a ieri pomeriggio quando è stato raggiunto dai carabinieri della Stazione di Cadelbosco Sopra che l’hanno condotto in carcere in ottemperanza al provvedimento emesso dall’ufficio del Magistrato di Sorveglianza di Reggio Emilia, che alla luce dei fatti ha sospeso il beneficio degli arresti domiciliari ripristinando, per il 28enne, il carcere.

