“Il lavoro rappresenta un aspetto fondamentale della personalità dell’uomo, è lo strumento attraverso cui la persona realizza se stessa, entra in rapporto con i propri cari, con i colleghi, in un rapporto costruttivo con la realtà. Dunque il lavoro, qualunque esso sia, coincide materialmente con una vocazione, cioè con una espressione profonda della propria personalità”. Queste le parole con cui Monsignor Camisasca ha aperto l’incontro, organizzato a Correggio dai Lions Club Correggio “Antonio Allegri” e Fabbrico “Rocca Falcona” e moderato dal professor Luigi Grasselli, dedicato al tema del lavoro, affrontato in tutta la sua complessità.
Un’analisi lucida quella di Monsignor Camisasca, che di fronte a una sala gremita ha spiegato le difficoltà e le incertezze di genitori ed educatori, i quali per primi devono riscoprire il vero senso del lavoro insieme al senso di paternità, quale punto di riferimento fondamentale, e quindi di responsabilità: ideali di vita da recuperare se vogliamo ricostruire ponti solidi tra le generazioni.
“Dobbiamo aiutare i giovani a crescere nelle responsabilità ed educarli al lavoro – ha spiegato Monsignor Camisasca – questo significa che è necessario accettare anche il lavoro che non risponde esattamente alle proprie aspettative, ma da cui poi è possibile raggiungere posizioni migliori”.
Da qui, l’importanza della figura paterna che “aiuta il giovane ad affrontare le difficoltà della vita e a scoprire la necessità e il fascino del rischio e della lotta per raggiungere un obiettivo, superando le paure che oggi derivano principalmente dalla solitudine e dalla virtualità dei rapporti”.
Un richiamo forte al senso di responsabilità e di corresponsabilità, che crea unità tra le persone, è la strada indicata dal Vescovo per restituire la speranza ai giovani che altrimenti rischiano di morire nella fatica e nelle delusioni naturali che la vita pone.
E quando il professor Grasselli gli chiede come si immagina un sistema educativo che si ponga questi obiettivi, Monsignor Camisasca apre a una visione più allargata che fa comprendere la complessità del tema nella sua interezza: “penso che la grande crisi dell’Occidente derivi da una carenza di educatori che, attraverso la loro professionalità, sappiano trasmettere la passione in generale per la vita. Questo riporta in primo piano il valore della famiglia, dell’oratorio, di tutti i luoghi in cui si vive una passione politica, una passione culturale. Inoltre – continua il Vescovo – il nostro Paese in particolare sta pagando la mancanza di investimenti nella ricerca e non ci sono possibilità per uscire dalla crisi se non ci sono nuove imprese, in cui operino persone con passione e risorse per poter restare sul mercato”.
Ed è forte il disagio in sala quando cita il dato dei sessanta mila giovani emigrati all’estero dopo la laurea, “a costruire il futuro altrove, nostri figli che dobbiamo riportare in Italia”. Per i quali il lavoro non mancherebbe se soltanto ripartissimo da due elementi fondamentali che costituiscono la grandezza dell’Italia: la natura e la cultura. “Se continueremo a non valorizzare le nostre bellezze, la nostra storia, chiese, musei, la nostra straordinaria cultura, avremo perso l’occasione più grande di risorgere come paese”.
Tanti i messaggi trasmessi nel dialogo con il pubblico in sala da Monsignor Camisasca che sottolinea l’importanza dell’educazione al lavoro perché “dove non c’è la passione del lavoro, anche la famiglia si abbruttisce e non basta metter al mondo dei figli, ma bisogna anche introdurli nella vita, un cammino a cui sono chiamati non solo i genitori, ma anche gli insegnanti e gli amici. Per questo dobbiamo creare luoghi in cui sia possibile vivere esperienze educative, affettive e di lavoro”.
Il finale suona quasi come un monito, se non sapessimo che invece è soltanto la lettura della realtà che tutti viviamo: “Questa crisi rappresenta un’opportunità per farci capire che finora abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità; ora dobbiamo capire che non sempre è possibile fare tutto ciò che si vorrebbe, ma bisogna fare bene e con gioia ciò che si può fare”.
Gli auguri del Vescovo al Lions Club Correggio “Antonio Allegri”, che ha festeggiato il 54° anno di attività sul territorio correggese, hanno concluso l’incontro con Monsignor Camisasca seguito con tanta partecipazione da parte del numeroso pubblico presente.


