Succede che alcuni singoli cittadini di diverse origini decidano assieme ad un ampio comitato promotore di organizzare una ormai famosa festa/incontro multietnica. Succede che un giornalista alzi volutamente la tensione e che parli di non autorizzazione per motivi legati al rischio di tensione.


Succede che questi rischi non vengano confermati dalla Pubblica Sicurezza e che il Comune rilasci l’autorizzazione per la festa in uno spazio attiguo.
Succede che domenica dopo l’annuncio a tutta la stampa del rinvio della manifestazione questo giornalista continui discussioni e polemiche alzando la voce con vari organizzatori della festa.
Succede che venga invitato a lasciare svolgere la assemblea tra gli organizzatori e questi, non contento continui la polemica fino a cercare di intervenire alla stessa assemblea.
Succede che ottenga il risultato voluto: un paio di persone lo offendono e contemporaneamente arriva un altro giornalista dello stesso giornale che si prende due nomi pure lui.

I ragazzi vengono subito censurati dagli organizzatori ed io chiedo scusa al secondo giornalista dell’avvenuto. Il secondo giornalista rimane, mi chiede il resoconto della giornata, va e torna anche dopo agendo indisturbato, come tutti gli altri giornalisti presenti.


Chiedo scusa pubblicamente dell’accaduto, però chiedo anche all’informazione tutta di non usare toni che aumentino la tensione su un evento dichiaratamente pacifico in una area dove la tensione sociale è già presente, ma che giudichi il nostro operato non da alcune sigle presenti, ma sui contenuti che si vogliono portare avanti.

Credo che davvero tiri una brutta aria se ci si attacca a questo per dire che..tira una brutta aria.
Credo che davvero tiri una brutta aria se un comitato di quartiere invita il segretario di un partito a stare a casa sua.

Tira davvero una brutta aria se si cerca di mistificare ancora parlando di violenza e non si vuole riconoscere che dall’anno scorso, dallo sgombero di Via San Pietro con tutte le manifestazioni avvenute non sia successo un solo problema di ordine pubblico.

Visto che fino a prova contraria a Sassuolo sono a casa mia e visto che credo nella comunicazione tra persone, invito tutte queste persone e associazioni, giornalisti coinvolti, comitato Braida i volontari del sodalizio che tutela l’area verde del parco di Braida, l’Amministrazione e tutti gli interessati a parlare dei contenuti che si vogliono portare avanti con la festa/incontro e a parlare anche di violenza.

Sto organizzando assieme al “Centro Studi per l’unità popolare SALVADOR ALLENDE” una pubblica tavola rotonda, moderata da un giornalista (ne stiamo contattando diversi) per la prossima settimana ed inviterò tutti i protagonisti ad esprimersi in una democratica, pubblica tavola rotonda.


Sergio Anceschi del comitato promotore l’iniziativa “festa/incontro multietnica”