Quello che doveva essere il primo grande sciopero della scuola contro il governo Prodi si è trasformato in una modesta astensione dal lavoro: dopo il rinvio a maggio della mobilitazione dei sindacati Confederali e dello Snals, oggi hanno infatti solo l’Unicobas ha mantenuto in piedi la protesta contro “l’inerzia del governo verso il mondo dell’istruzione”.
Negli istituti scolastici i disagi le adesioni allo sciopero sono state molto basse: in diverse scuole, tuttavia, una discreta fetta di studenti ha deciso comunque di non entrare in aula per solidarietà nei confronti dei pur pochi professori che hanno aderito alla mobilitazione o per il timore di disservizi alla didattica.
Come preannunciato, a Roma gli Unicobas hanno anche manifestato davanti al ministero della Pubblica Istruzione: per un paio di ore, a partire dalle 9,30, i manifestanti hanno inviato slogan e cori contro il governo. In particolare sono stati criticati i pesanti tagli (oltre 14 mila posti) previsti dalla Finanziaria e le scarse retribuzioni di insegnanti ed Ata della scuola italiana.
In Emilia Romagna e in Umbria, invece, hanno mantenuto lo sciopero anche i sindacati Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals creando non pochi disagi all’attività scolastica. In diversi istituti le lezioni si sono svolte a singhozzo per l’assenza di una buona fetta del personale: i responsabili dei sindacati regionali non se la sono sentita di rinviare la mobilitazione, come indicato dalle segreterie nazionali venerdì scorso, mantenendo la protesta per il sostegno della vertenza su organici, precariato e finanziamenti alle scuole.
Entrambe le regioni sono tra le più a rischio sul fronte sia del diritto allo studio che del funzionamento dell’intero sistema scolastico: in Emilia Romagna si sono svolti presidi in tutti gli Uffici Scolastici Provinciali ed in questo momento è in corso un’assemblea regionale con i parlamentari eletti nella regione presso l’istituto tecnico Belluzzi di Bologna.
In attesa che i Confederali definiscano la loro protesta, che dipenderà dagli atti di indirizzo inviati in questi giorni all’Aran e dalla conseguente direttiva generale per l’avvio dei nuovi contratti, la scuola si appresta a vivere un fine anno scolastico tutt’altro che tranquillo: il prossimo 11 maggio si fermeranno i Cobas, mentre la Gilda ha già fatto sapere che chiederà ai propri iscritti di astenersi dagli scrutini finali.

