Definirla la riscossa dei Centri di vicinato è forse eccessivamente ottimistico, ma senza dubbio la ricerca presentata questa mattina da Confesercenti Modena mette in evidenza che l’interesse da parte dei modenesi per queste strutture commerciali è in forte crescita. Nati negli anni ’80, dopo avere subito la pesante concorrenza degli ipermercati, oggi sembrano rivivere una seconda giovinezza.

Ad essere apprezzati dai consumatori sono soprattutto la vicinanza ai luoghi di residenza o di lavoro, e un servizio considerato a misura d’uomo. Indicazioni chiare che per Confesercenti devono favorire un loro ripensamento e rilancio, che si dovrebbe realizzare grazie al contributo e alla collaborazione di diversi soggetti, dall’amministrazione comunale agli stessi operatori commerciali, alle associazioni imprenditoriali.

A far emergere in modo marcato questa tendenza sono i risultati di una ricerca, realizzata con il sostegno della Camera di Commercio, che Confesercenti Modena ha commissionato al Centro di Assistenza Tecnica di Confesercenti Emilia-Romagna. Lo studio ha coinvolto nelle scorse settimane 800 persone alle quali è stato somministrato un questionario riferito a quattro centri commerciali di vicinato presenti in città: Sacca (in via Anderlini 71), Giardino (in via Formigina 260), Torrenova (in via Nonantolana 685) e Le Torri (in via Viterbo 70).

È nel suo complesso che il centro commerciale di vicinato viene apprezzato dai modenesi. Oltre il 61% dei frequentatori, infatti, è convinto che porti benefici al quartiere o alla zona in cui è collocato, sia per il servizio commerciale offerto sia perché “anima la zona e richiama gente” e diventa quindi un momento di socializzazione e, soprattutto, diviene uno strumento concreto per contrastare o almeno ridurre il degrado.

Quasi la totalità degli intervistati (circa il 90%) afferma, inoltre, che il centro commerciale di vicinato offre un servizio utile e di supporto alle persone che hanno difficoltà a raggiungere altre zone della città per fare acquisti o sbrigare pratiche varie, in quanto anziane o portatrici di handicap motori. In altre parole si riconosce alla struttura anche un’importante funzione sociale, che non deve essere sottovalutata.

Rispetto alle abitudini dei consumatori intervistati è emerso che la maggior parte di loro (per lo più persone tra i 55 e i 70 anni) si reca nei quattro centri di vicinato per fare acquisti presso il supermercato che è presente nella struttura. La fedeltà è decisamente elevata, tanto che la struttura in molti casi diventa un punto di riferimento fisso dei modenesi che dichiarano di frequentarlo almeno una volta la settimana (per il 60% circa) o tutti i giorni (circa un quarto degli intervistati). Entrando più nel dettaglio, emerge che chi acquista dichiara di farlo principalmente per la vicinanza alla propria abitazione o al luogo dove si lavora (62,4%) e per l’offerta adeguata di prodotti proposti che garantiscono anche un buon rapporto qualità/prezzo (28%). Dei centri sono inoltre apprezzati la buona concentrazione di negozi e la comodità di avere alcuni uffici comunali e istituti di credito facilmente accessibili.

“Questi risultati mettono in evidenza che i centri di vicinato stanno recuperando una loro centralità perché appaiono un ottimo antidoto rispetto ad una serie di criticità che si stanno diffondendo sul territorio: dal rischio di desertificazione di alcune zone della città con forte penalizzazione delle categorie più deboli, al numero eccessivo di spostamenti con mezzi inquinanti per fare la spesa” commenta Fulgenzio Brevini, responsabile sindacale di Confesercenti Modena.
“Dalla nostra indagine emerge che i modenesi riconoscono a questi centri non solo un’occasione per ‘fare buoni acquisti’ senza il bisogno di attraversare la città per raggiungere un centro commerciale di grandi dimensioni, ma anche una funzione di socializzazione dal momento che contrastano, o almeno riducono, il degrado sul territorio. Non si può quindi dimenticare la funzione sociale dei centri commerciali di vicinato, che sono utilizzati e apprezzati prevalentemente dalle persone anziane o da chi ha difficoltà a muoversi”.

Nelle risposte dei modenesi intervistati vengono evidenziate anche alcune criticità come la mancanza di un numero adeguato di esercizi commerciali e di conseguenza di possibilità di scelta (per quasi il 22% degli intervistati), la poca convenienza rispetto ad altri esercizi (il 18,8%), il non sufficiente numero di luoghi e di occasioni per trascorrere il tempo libero tra un acquisto e l’altro, (per il 6,3%). C’è anche chi (il 9,4%) mette in evidenza aspetti che riguardano la struttura, l’estetica, gli orari di apertura e di chiusura. Per il 12% circa dei modenesi intervistati non esistono particolari difetti nei centri di vicinato.

“Il centro di vicinato, pur con alcuni punti di debolezza, si conferma come modello positivo, apprezzato dai cittadini anche per la natura polifunzionale che lo caratterizza. Tenendo conto dell’esito di questa ricerca diviene quindi ancora più urgente lavorare insieme, associazioni, commercianti, amministratori – conclude Brevini – per realizzare interventi programmatici complessivi, sia nell’ambito delle problematiche del centro storico, sia nell’ambito della riorganizzazione dei centri di vicinato. Per questa ragione nel pomeriggio di oggi l’indagine sarà presentata agli assessori comunali Stefano Prampolini e Daniele Sitta e ai presidenti dei centri di vicinato. Sarà l’occasione per riprendere un dialogo aperto con la precedente amministrazione partendo da alcuni temi ancora irrisolti fra i quali spiccano la viabilità, i parcheggi e la segnaletica”.