Va in scena al Teatro Comunale di Carpi, con prima il 19 Febbraio alle ore 21.00 e replica il 20, in forma di matinée aperta alle istituzioni scolastiche alle ore 10.30, “Memorie dall’ Abisso”, primo evento promosso ed organizzato dall’Associazione artistico-culturale Art Academy di Carpi.


Il progetto, in linea con le finalità dell’Associazione Culturale ArtAcademy, nasce dalla volontà di creare un’iniziativa di carattere divulgativo ed artistico, in un ideale punto di raccordo ove musica, teatro e danza interagiscano e supportino sinergicamente la tematica del ricordo e della memoria storica.
Lo spettacolo-memoriale nasce dall’intento ambizioso di promuovere una piece scenica in coincidenza con le celebrazioni della Giornata della Memoria 2008 e con il patrocinio della “Fondazione Fossoli” e del Comune di Carpi.


“Memorie dall’abisso” è una riflessione aperta sull’aberrante tragedia della Shoah, attraverso la voce e le riflessioni di Itzhak, giovane trentenne ebreo, prima prigioniero dello spazio angusto di un piccolo scantinato ove trova rifugio, poi deportato presso un campo di concentramento. Lacerato tra schegge di un passato idilliaco e la difficile speranza in un futuro sfuggente, Itzhak si ritrova a vivere una realtà surreale, scellerata quanto assurda… Nello sforzo estremo conserva la lucidità dell’uomo baciato dalla fortuna nella sventura: sopravviverà, raccontando, da testimone, le sue “memorie dall’abisso”.
La realizzazione dell’evento si avvale della regia di Maria Michela Amato, ballerina ,coreografa e direttore artistico di “Art Academy”; della direzione musicale di Giuseppe Di Bianco, pianista e compositore. In scena, oltre a un corpo di ballo di undici professionisti, con coreografie di Maria Michela Amato ed Angelo Parisi, la presenza dell’attore Danilo Autero(gia’ noto per le sue partecipazioni a canale 5), del baritono napoletano Andrea Macchiarola e del violinista Alberto Parascandolo, con musiche dal vivo di Di Bianco, Pärt, Ravel.


Nell’interazione osmotica delle tre arti prendono forma e si snodano le parole della memoria, su pagine, voci e testimonianze sull’orrore della Shoah, attraverso un sottile tappeto sonoro di voci, suoni e consonanze/dissonanze; la voce recitante affianca e interagisce con le musiche proposte e, al tempo stesso, con i corpi di danzatori e danzatrici, in una forma di teatro musicale essenziale che, lungi dal ricadere nel pietismo fine a sé stesso, tenta di riproporre fatti e testimonianze nella loro cruda realtà.

Uno spettacolo per riflettere, per pensare, per ricordare.