La popolazione italiana è di oltre 56 milioni di abitanti (per la precisione 56 milioni e 306mila) più del doppio rispetto ai 22 milioni di abitanti del 1861, anno dell’unità d’Italia, ma 105mila in meno di 10 anni prima.


Nel dettaglio, gli uomini sono 27.260.953 e le donne quasi 2 milioni in più, 29.044.615.

Questo il dato che emerge dall’ultimo censimento, aggiornato al 21 ottobre 2001, che l’Istat ha pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 7 aprile e sul sito www.istat.it. La popolazione legale serve alla definizione dei collegi elettorali e alla programmazione finanziaria, economica ed amministrativa del paese.

La tabella Istat con i dati della popolazione residente registra l’incremento costante dal 1861 al 1936: 22.176.000 abitanti nel primo censimento unitario, 28.952.000 nel 1881, 32.963.000 nel 1901, 39.397.000 nel 1921, 42.398.000 nel 1936, in piena politica demografica fascista. I dati si interrompono durante la Seconda guerra mondiale, per ripartire nel 1951, con 47.516.000 abitanti. I decenni successivi vedono il boom delle nascite, parallelo alla tumultuosa crescita economica degli anni Sessanta: in trent’anni gli italiani aumentano di dieci milioni, per arrivare nel 1981 a 56.557.000 abitanti, cifra che resta sostanzialmente stazionaria negli ultimi vent’anni, alla luce dell’azzerata crescita delle nascite.