I “Tortellini di Modena”, la “Patata di Montese”, la “Crescentina (tigella) di Modena”, il “Nocino di Modena”, il “Sassolino di Modena”, gli “Amaretti di Modena”, il “Mirtillo nero dell’Appennino modenese”, il “Tartufo Valli Dolo e Dragone”, il “Marrone di Zocca” e quello “del Frignano”, il “Miele dell’Appennino e della Pianura Modenese”, il “Croccante artigianale del Frignano”, il “Salame di San Felice”.

Questi prodotti, oltre alla zona di provenienza, hanno in comune anche il marchio di “Tradizione e sapori di Modena” e sono tutti in vendita nel negozio in galleria centrale a ModenaFiere, che in questi giorni è stato letteralmente preso d’assalto dai visitatori di Modenantiquaria. Si tratta del marchio collettivo della Camera di Commercio per i prodotti che vengono realizzati secondo specifici disciplinari di produzione, con un sistema di controlli mirato al rigoroso rispetto degli stessi, e che al momento non beneficiano di protezioni quali DOP o IGP. I prodotti che vanno più a ruba? “Tortellini, aceto balsamico e tigelle – spiega soddisfatto Adriano Camurri, gestore del negozio – E’ richiesto anche il prosciutto di Modena, molto morbido. Le signore lo cercano perchè non se ne scarta proprio niente: perfino la sua parte grassa viene utilizzata, in quanto ideale per preparare il lardo per le tigelle”.


Il consumatore è particolarmente esigente e chiede sempre più garanzie sulla qualità e sulla provenienza dei prodotti agroalimentari, vuole essere certo del proprio acquisto: nel punto vendita a ModenaFiere si trovano esclusivamente prodotti che si fregiano del marchio collettivo della Camera di Commercio, realizzato proprio per rispondere a queste esigenze.