I mesi invernali di gennaio, febbraio, marzo e dicembre, che caratterizzano il cosiddetto “turismo invernale”, incidono per il 27,4% delle presenze turistiche (ossia dei pernottamenti) in provincia di Reggio Emilia nell’intero anno.
È uno dei dati che emerge da un’analisi dell’ufficio studi Lapam Confartigianato in vista della stagione turistica invernale. Nell’ultima stagione invernale di cui si dispongono dati sul turismo, e quindi da dicembre 2024 a marzo 2025, si sono registrate 216 mila presenze nella provincia di Reggio Emilia. La maggior parte di questi pernotti (precisamente il 74,1%) è dovuta a turisti italiani. Rispetto alla stagione invernale precedente (da dicembre 2023 a marzo 2024), si osserva un calo tendenziale di circa 4 mila presenze in meno a Reggio Emilia, pari a un -1,6%. La dinamica dell’ultimo anno è trainata dai pernottamenti di turisti stranieri (+8,9%) mentre cala il turismo domestico che registra un -4,8%. In città si concentra la maggior parte dei pernottamenti. Nel periodo che va da gennaio a marzo 2025 si contano 73 mila pernotti nel comune di Reggio Emilia che corrispondono al 43,1% del totale provinciale. La quota sale ulteriormente per i pernottamenti di turisti stranieri: il 50% si concentra nel comune reggiano. Se ci si sposta dalla città alla montagna, i numeri osservati dall’ufficio studi Lapam Confartigianato sono più contenuti. Analizzando lo stesso periodo preso in esame per le città, e cioè da gennaio a marzo di quest’anno, l’Appennino reggiano accoglie 10 mila pernotti (il 6,2% dei pernotti della provincia). La stragrande maggioranza di queste presenze turistiche (il 96,7%) è dovuta al turismo domestico.
«Vi è tuttavia un altro aspetto da tenere in considerazione – spiega la presidente della categoria Turismo Lapam Confartigianato Federica Marcacci –: la montagna è anche la destinazione delle vacanze invernali dei proprietari di seconde case. Secondo gli ultimi dati Istat disponibili, relativi al 2021, oltre la metà delle abitazioni in montagna risulta non occupata, precisamente il 55,5% nei comuni dell’Appennino reggiano. Buona parte di queste abitazioni non occupate sono appunto seconde case: la montagna infatti non è frequentata solamente da turisti che pernottano nelle strutture ricettive e vengono registrati dalle statistiche ufficiali ma anche da chi torna nella propria seconda casa durante i periodi di vacanza. Le nostre città, le nostre montagne e più in generale le nostre province offrono possibilità a 360 gradi e per qualsiasi tipologia di turista: grazie alle eccellenze culinarie, ma anche a tante altre grandi attrazioni, possiamo garantire possibilità a grandi e piccini, a famiglie e a giovani. Dobbiamo continuare con una promozione turistica forte e, soprattutto, incentivare sempre più visitatori a godersi i momenti nelle nostre terre, riscoprendo il turismo slow e sostenibile per godere appieno delle opportunità che offriamo».
Da segnalare, però, anche il calo delle entrate preventivate dal settore dei servizi di alloggio e ristorazione e servizi turistici: a novembre 2025 le imprese del settore prevedono di effettuare nei prossimi 3 mesi 1.770 assunzioni a Reggio Emilia, -6,3% rispetto alle assunzioni previste l’anno precedente. A novembre 2025 sono previste 580 assunzioni di esercenti e addetti nelle attività di ristorazione (cuochi, camerieri e figure professionali simili) in provincia di Reggio Emilia, in diminuzione del 6,5% rispetto all’anno precedente. Nonostante ciò, rimane elevata la difficoltà di reperimento per le strutture: oltre una assunzione su due risulta difficile da reperire. Nella provincia di Reggio Emilia, in particolare, risulta difficile da reperire il 56,6% delle figure professionali del settore.

