La campagna commerciale per le pere è partita con un dato quantitativo che vedeva rispetto al 2006 un calo di produzione del 9-10% confermato dai dati degli stocks elaborati da CSO.

La produzione prevista intorno alle 875.000 tonnellate vede tutte le varietà in flessione.

Nello specifico abbiamo flessioni più marcate per Max Red Bartlett (-26%), Guyot (-21%), Passacrassana (-20%) e meno evidenti, ma comunque significative, per varietà importanti quali William (-13%), Conference (-17%) e Decana (-11%). La riduzione è più contenuta per la varietà più importante , l’Abate (-5%) e per la Kaiser (-3%).
Nella principale area produttiva, l’Emilia Romagna, la produzione della specie (581.000 tonnellate) si è ridotta, rispetto all’anno scorso dell’11%( Dati previsionali).
Considerata l’importanza della regione, le variazioni percentuali delle diverse varietà non si scostano di molto da quelle riportate a livello nazionale.
Relativamente alle altre regioni, si può sottolineare la maggior flessione del Veneto rispetto l’anno scorso: -16%, risultante da variazioni negative poco sopra il 10% per William e Abate e da variazioni ben più elevate su Conference e Kaiser, entrambe in calo del 18%.

Per quanto riguarda le pezzature, elemento determinante per la qualificazione del prodotto, quest’anno sono generalmente buone, si riscontra una maggiore variabilità nelle province di Modena e Ravenna, soprattutto sulle varietà Conference, William e Max Red Bartlett.

A livello di requisiti qualitativi, oltre alla pezzatura possiamo affermare che, ad esempio, la pera Abate sulla base di una indagine realizzata da CNR IBIMET , in collaborazione con CSO , nell’ambito di un progetto di Filiera promosso da CRPV , presenta quest’anno in media un grado zuccherino medio superiore ai 16 brix alla raccolta con punte addirittura superiori ai 20°brix.
Si tratta di indici estremamente positivi e favorevoli per i consumi.

A livello di scambi commerciali con l’estero si può affermare che le potenzialità di esportazione delle pere italiane sono molto più elevate rispetto alle quote attualmente collocate sui mercati europei. Si esporta mediamente il 15% della produzione nazionale.
Per favorire la conoscenza del prodotto e l’esportazione il CSO, attraverso il progetto Fruitness sta promuovendo le pere presso i punti vendita della grande distribuzione europea, in particolare in Inghilterra, Svezia, Austria, Germania e Polonia e si può affermare che, rispetto all’anno scorso le iniziative dedicate alle pere e accettate dalle catene della GDO estera sono in aumento.
Le potenzialità di esportazione inoltre potrebbero ampliarsi anche verso i Paesi Terzi, in particolare verso il mercato USA , il Canada e la Russia. Attualmente gli scambi diretti con gli USA sono preclusi da barriere fitosanitarie e sono in corso accordi tra Ministero Italiano e Governo Statunitense per l’apertura.
Le potenzialità dell’annata paiono quindi abbastanza positive, anche se è troppo presto per delineare un andamento della domanda sostenuto o una tenuta dei prezzi.

Sul piano della promozione della Pera IGP dell’Emilia Romagna la campagna è partita molto bene, con incrementi delle vendite rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso mediamente superiori al 50%.
Si tratta di segnali positivi che dovranno trovare conferma nel prosieguo della campagna.