Presentato a Sestola il nuovo difensore uruguagio che si ispira a Montero. ”Giocare in Italia è da sempre il mio sogno: sono pronto a dare il massimo”.

Miguel Angel, per raggiungere il ritiro di Sestola hai affrontato un viaggio ricco di imprevisti.

“L’aereo che mi doveva portare dall’Uruguay in Italia si è rotto: ho preso quindi un volo che mi ha portato in Argentina ma ha avuto un guasto pure quell’aereo. In ogni caso, anche se il viaggio è stato molto faticoso, ho provato una grande gioia arrivando qui: in Italia il calcio numero uno del mondo e prenderne parte per me vuol dire tantissimo. Spero di migliorarmi fisicamente e come giocatore e cercheremo tutti assieme di vincere il maggior numero di partite e fare un buon campionato”.

Come sei diventato calciatore?
“Ho iniziato nel club della mia città, il Deportivo Maldonado, squadra per cui ho sempre tifato: qui ho fatto tutte le giovanili. Sono poi passato al Fenix Montevideo, in prima divisione, e successivamente alla Juventud de Las Piedras, con cui ho partecipato in Italia al Torneo di Viareggio del 2006, vincendolo: quella è stata un’esperienza importantissima per me, in finale abbiamo battuto la Juventus di Giovinco, attaccante piccoletto e rapido, difficile da marcare, votato miglior giocatore del torneo. Alla Juventud sono arrivato in prima squadra, poi, con il Wanderers Montevideo, ho giocato anche in Coppa Libertadores”.

Dove vuoi arrivare?
“Al massimo: vorrei affermarmi nel calcio europeo e vestire la maglia della Nazionale uruguayana, con cui sinora non ho mai giocato. Per questo, penso che qui a Bologna vivrò un’esperienza importantissima per me: è una squadra di Serie A storica e prestigiosa, darò il meglio di me”.

Conosci gli attaccanti del campionato italiano?

“Oltre a partecipare al Torneo di Viareggio, ho sempre seguito il calcio italiano in televisione: so che ci sono parecchi attaccanti alti, bravi nel gioco aereo e forti tecnicamente. La Serie A è popolata da molti campioni in attacco, gente che ti punisce al primo errore: tra i più temibili, ricordo Ibrahimovic e Trezeguet. So di dovermi abituare pian piano, passo dopo passo, ad un calcio di livello così alto, ma non ho paura: pur essendo giovane, penso di aver maturato abbastanza esperienza e sono sicuro di potermi giocare le mie carte in Serie A”.

A che difensore ti ispiri?
“A Paolo Montero, urugagio che ha giocato anche nella Juventus: è stato un giocatore completo, bravo anche ad impostare l’azione. Quando posso, anche io cerco di dare una mano a costruire il gioco, ma do il meglio sulle palle alte e in marcatura”.

Quali sono le tue prime impressioni di questo ritiro a Sestola?

“Qui si lavora meglio che in Uruguay: ci sono buone strutture e devo dire che i dirigenti, lo staff e i giocatori mi hanno accolto in modo spettacolare. Ho visto Bologna in occasione delle visite mediche: è una città bella e tranquilla”.

Cos’hai pensato quando hai saputo che c’era una squadra italiana interessata a te?

“Una grande felicità, ero veramente molto emozionato: venire a giocare in Europa, e soprattutto in Italia, un Paese che mi piace molto, è sempre stato il mio sogno fin da bambino. La mia famiglia quasi non credeva che mi stesse capitando tutto questo. Oltre ai genitori, ho una sorella, che è sposata e sta per avere una bambina, e un fratello, che ha giocato a calcio ma solo nelle giovanili. La mia fidanzata, Virginia, vive sentimenti contrastanti in questo momento: è felice per la mia occasione e triste perché ora siamo molto distanti”.

Cosa ti piace fare quando non giochi a calcio?
“Sono appassionato di pesca, in lago, in fiume e anche in alto mare. Sono un ragazzo tranquillo, amichevole, collaborativo: non sono un tipo nervoso”.

(Bologna FC official website)