Sono stati pubblicati recentemente i risultati dell’attività trapiantologica di ogni centro italiano: numero di interventi, sopravvivenza, riabilitazione.
L’iniziativa traccia una classifica di qualità, a seconda del numero di trapianti effettuati, sopravvivenza e complessità degli interventi.

Anche se partita a metà del periodo preso in esame, l’attività di Modena figura bene.
Il Centro Trapianti, lo staff del professor Pinna che ha sede al Policlinico, ha infatti iniziato l’attività il 1 novembre 2000. E per il periodo 2000-01 segnala 46 trapianti, un numero certo più basso dei 162 del Sant’Orsola di Bologna, ad esempio, proprio per la partenza a metà del periodo statistico.

Complessivamente, il centro trapianti di Modena merita tre pallini su quattro, un giudizio di buona attività. Per casistica di sopravvivenza in un anno abbiamo l’87% per il paziente e il 72% per l’organo, valutato “pari alla media europea ovvero ottimo”. Sono segnalati 26 donatori ultrasessantenni, ovvero il 56% per il centro trapianti e il 5,9% nella media nazionale, una media superiore a quella italiana in generale.
Sono poi 28 i riceventi ultracinquantenni, 59,6% per il cento e 3,7% per la nazione, mentre sono 21 i casi complessi (7,4% per la nazione); segnalato un trapianto multiviscerale.

Quanto al rene, elemento di eccellenza per Modena, sono stati 47 i trapianti nello stesso biennio. Il 95% di pazienti e il 91% degli organi sono sopravvissuti, media “ottima”.