Il sole a picco e le alte temperature dell’estate più lunga e più calda degli ultimi due secoli hanno inciso negativamente sulla scena del crimine: da maggio ad agosto 2003, in base ai dati della Criminalpol, sono stati registrati 257 omicidi, ben il 21,8% in più rispetto al quadrimestre precedente. E questo vale anche per gli omicidi
maturati all’interno della coppia e della famiglia, che sono aumentati del 12%, passando da 49 a 55.

E’ quanto emerge dalla seconda indagine quadrimestrale di quest’ anno, realizzata dall’ Osservatorio messo a punto dall’Eurispes e dall’ Associazione ‘Ex’ sui delitti di coppia e
familiari, che conferma, anche per il periodo 1 maggio-31 agosto, un omicidio di coppia ogni due giorni.

Sul totale dei delitti segnalati dalla Criminalpol, l’incidenza degli omicidi commessi da mariti, mogli, conviventi, fidanzati, figli, padri, madri e altri parenti – secondo le
rilevazioni dell’ Osservatorio – e’ stata complessivamente pari
al 21%. Particolarmente alto anche il numero dei tentati omicidi: 23, di cui 10 di coppia e 13 familiari.
La maggioranza degli omicidi rilevati (36 su 55) e’ avvenuta all’interno della coppia: e’ la convivenza matrimoniale il
terreno piu’ fertile nel quale matura la possibilita’ di
uccidere il partner e, talvolta, anche i figli in comune. Il
‘copione’ usuale e’ quello dell’ omicida di sesso maschile che
uccide la partner, soprattutto quando questa decide di chiudere
il rapporto, ma ci sono ben sei casi in cui la parte si e’
invertita: quattro sono le mogli assassine, piu’ una giovane
amante di un uomo decisamente anziano e una moglie che da’ fuoco
al marito e alla sua amante.

Fra gli omicidi familiari/parentali, c’ e’ una netta
prevalenza dei figlicidi rispetto alle altre tipologie. Su 23
vittime, ben 14 sono figli e figlie vittime di padri e madri
assassini. Le madri sono cinque, e una di loro ha deciso di
eliminare la figlia psicotica di 35 anni perche’ ”stanca di
lottare”.

Per quanto riguarda le motivazioni, si nota una scomparsa di
quella legata alla ‘scoperta di tradimento’ e la comparsa,
invece, della ‘non accettazione della separazione per paura di
perdere i figli’. La ‘sofferenza mentale’ e le ‘condizioni di
vita disperate o disagiate’ sono comunque al primo posto, con
14 casi su 55. In 7 casi a spingere al delitto e’ stata una
incapacita’ di elaborare e accettare la fine della relazione;
nello stesso tempo, la ‘non accettazione della separazione
complicata dalla presenza dei figli’ ha riguardato 6 casi. Un
solo caso invece e’ legato a motivi di interesse economico in
ambito di separazione. Ma ancora, sul versante dei rapporti di
coppia, un alto livello di conflittualita’ preesistente al
delitto e’ stato lo sfondo per 5 dei casi presi in
considerazione.

Nell’ analisi della dislocazione degli omicidi sul
territorio, il Nord si conferma l’ area geografica in cui
vengono commessi piu’ omicidi e quella in cui si e’ verificata
la meta’ dei casi rilevati: 26 su un totale di 55. Rispetto al
primo quadrimestre del 2003, pero’, e’ da evidenziare una
diminuzione del numero dei casi di omicidio (da 31 a 26) al Nord
e, contemporaneamente, un sensibile aumento di quelli commessi
al Centro (da 8 a 16) e al Sud (da 10 a 13). Nelle regioni
centrali, il primato spetta al Lazio; al sud, le regioni dove si
sono verificati piu’ omicidi sono la Campania e la Sicilia. La
classifica generale vede al primo posto la Lombardia, dove sono
stati commessi 15 omicidi, seguita dal Lazio (9), dall’ Emilia
Romagna (5) e dalla Liguria (4).

Il numero dei casi di omicidio varia non solo in relazione
alla zona geografica presa in esame, ma anche in relazione alle
dimensioni della zona di residenza, a seconda che si tratti di
piccoli o grandi centri: l’ estate scorsa ha registrato un
significativo aumento degli omicidi nei grandi centri (da 26 a
34) ed una lieve diminuzione in quelli piccoli (da 23 a 21).
Infine, Roma e Milano sono le citta’ in cui c’ e’ stato il piu’
alto numero di omicidi commessi tra maggio e agosto
(rispettivamente 5 e 6).