Un test rapido per la diagnosi del vaiolo in grado di individuare in tempi stretti le persone contagiate, prevenendo così il pericolo di epidemie. Il test è stato sviluppato e brevettato da un gruppo di ricercatori dell’Istituto nazionale per le malattie infettive, Lazzaro Spallanzani di Roma.


Per la prima volta e’ dunque possibile individuare entro pochi giorni, hanno sottolineato i ricercatori dello Spallanzani presentando oggi il nuovo test, le persone esposte all’ infezione, addirittura prima che il se ne manifestino i sintomi.
La stessa metodica potra’ essere in breve disponibile, hanno annunciato i medici, anche per la diagnosi precoce della Sars e di altre malattie infettive.

La ricerca sul nuovo test, tutta italiana, sara’ pubblicata questo mese sulla rivista ”Emergin Infectious diseases” di Atlanta.
”Nonostante gli ultimi casi comunitari di vaiolo siano stati registrati nel 1977 in Somalia e l’ Organizzazione Mondiale della sanita’ nel 1980 abbia dichiarato eradicata la malattia – ha commentato il direttore scientifico dello Spallanzani, Giuseppe Ippolito – non bisogna abbassare la guardia: il virus del vaiolo e’ infatti tra gli agenti infettivi che potrebbero essere utilizzati a fini bioterroristici e per questo rimane oggetto di preoccupazione delle autorita’ sanitarie mondiali”.

Dopo gli attentati alle torri gemelle dell’ 11 settembre 2001, l’ attenzione e’ dunque ulteriormente aumentata per il possibile utilizzo militare e terroristico del virus.
Avere a disposizione un test rapido in grado di diagnosticare l’ infezione nel periodo di incubazione e’ quindi fondamentale per scongiurare il dilagare di epidemie. L’ avvenuto contatto con agenti patogeni, ha spiegato Ippolito, ”puo’ essere documentato, oltre che con la rilevazione dell’ agente patogeno, con la determinazione degli anticorpi prodotti da particolari cellule del sangue, linfociti B, presenti nel sangue. Questa risposta immunitaria e’ rilevabile solo dopo settimane e in alcuni casi addirittura dopo mesi dal contagio. Il nostro test invece – ha affermato – si basa sulla determinazione della risposta di un altro tipo di linfociti, i linfociti T, che vengono attivati precocemente; per questo la loro determinazione e’ possibile solo dopo pochi giorni dal contagio”. Il test diagnostico viene eseguito utilizzando sangue intero, puo’ essere effettuato in otto ore ed e’ utilizzabile anche su campioni di sangue criopreservati.

Il test, hanno spiegato i ricercatori, ha anche un’altra importante applicazione: permette di valutare i livelli di copertura vaccinale di intere popolazioni e in futuro potra’ essere applicato per la valutazione dell’ efficacia di programmi di immunizzazione diversi dal vaiolo. Per la lettura dei risultati, inoltre, non sono necessarie particolari attrezzature o ospedali all’avanguardia: si richiede infatti l’impiego di apparecchiature comunemente usate nei laboratori di patologia clinica.