Aumentano i protesti cambiari in
Emilia-Romagna. Nei primi dieci mesi del 2003 sono stati protestati 65.828 effetti, con un incremento del 3,2% rispetto all’analogo periodo del 2002. Le somme ammontano a 252 milioni e 889 mila euro, vale a dire il 27,9% in piu’ rispetto ai primi dieci mesi del 2002.

Il dato e’ evidenziato dal rapporto realizzato dall’Ufficio studi di Unioncamere della regione. Batte il record Ferrara, seguita da Rimini e Bologna. Flessioni a Modena e Parma.


A suonare il campanello d’allarme sono le Camere di Commercio, che evidenziano come in termini di somme protestate sono stati gli assegni a crescere maggiormente (+ 54,5%). Per le cambiali-paghero’, tratte accettate, l’aumento e’ risultato piu’ contenuto, ma comunque significativo (+ 9,8%). Le tratte non accettate, che non sono soggette a pubblicazione sull’elenco quindicinale dei protesti, sono andate in controtendenza, registrando per effetti e importi cali rispettivamente pari al 21,8 e 3,6%.

Situazione differenziata nella provincia. A segnare il record negativo Ferrara dove le somme protestate nei primi dieci mesi del 2003 sono ammontate a 57 milioni e 564 mila euro, rispetto ai 7 milioni e 106 mila dell’analogo periodo del 2002. Il forte balzo riflette la grave crisi finanziaria di una importante cooperativa edile, che ha fatto sentire i suoi effetti soprattutto nei mesi di maggio, giugno e luglio.


Aumenti di una certa consistenza hanno interessato anche le province di Rimini (+ 56,7%), Bologna (+ 54,2 %) e Reggio Emilia (+ 33,2 %). In crescita anche la provincia di Forli’-Cesena, ma in termini relativamente piu’ contenuti (+ 5%). Nel resto della regione, flessioni comprese fra il – 12,8% di Modena e il – 63,4% di Parma.