Gli italiani conoscono poco la normativa ambientale. A dirlo è il Rapporto sulle opinioni
promosso nell’ambito del progetto Mopambiente (monitoraggio sugli orientamenti e le politiche ambientali), secondo cui solo il 29% degli intervistati afferma di essere ”sufficientemente”
informato sulle leggi in materia.


Un campo, quello dell’informazione, invece, ”assolutamente indispensabile” per il ministro dell’Ambiente, Altero Matteoli.
”Servono – ha detto intervenendo al workshop di Mopambiente – iniziative in questo senso, rivolte ai cittadini. Tanti comitati spontanei nascono perchè non siamo stati capaci di dare una corretta informazione”. Anche se, ha sottolineato il ministro
Matteoli, ”la coscienza ambientale del Paese negli ultimi dieci anni è notevolmente aumentata, in generale e in particolare, anche da parte del mondo imprenditoriale. Oggi – ha aggiunto –
l’imprenditore è il primo a sedersi al tavolo e a chiedere il modo per poter produrre e allo stesso tempo salvaguardare l’ambiente”.

La conferma dell’accresciuta attenzione verso l’ambiente degli italiani arriva dai dati. Secondo il rapporto Mopambiente (aggiornato al febbraio 2004 e realizzato da Ispo e Risl su un campione rappresentativo della popolazione), infatti, il 67%
degli intervistati dice di essere ”molto” o ”abbastanza” attento e sensibile nei confronti dell’ambiente. Nel complesso, tra i cittadini si mantiene elevata anche la consapevolezza che
ogni singola persona, con il suo comportamento, può contribuire a ridurre l’inquinamento ambientale: la pensa così il 70% degli intervistati. Inoltre, il 78% dichiara di praticare la raccolta
differenziata nel campo dei rifiuti. In generale, ad informarsi attraverso i media sulle tematiche
ambientali è il 39% degli intervistati, il 45% si ferma anche a discutere sulla materia. La stessa percentuale ritiene che se le leggi ”venissero applicate con maggiori controlli e sanzioni,
queste sarebbero sufficienti a tutelare l’ambiente”.

”Il problema è il controllo”, ha detto il ministro Matteoli ricordando il decreto interministeriale ”che penalizza pesantemente chi sporca il mare. La norma c’è – ha sottolineato – e le sanzioni sono molto pesanti”. Scarsa è infine, secondo il rapporto, anche la conoscenza delle iniziative volontarie promosse in difesa dell’ambiente.
Quanto alle fonti di informazione sulle normative ambientali, il 47% arriva dalla Tv, il 39% dai quotidiani, il 23% dagli enti locali.