“Se per Sassuolo non avessimo scelto la sperimentazione gestionale, l’ospedale nuovo sarebbe stato più piccolo”. L’Assessore regionale alla sanità Giovanni Bissoni, presente ieri sera in Consiglio comunale a Sassuolo, ha sostenuto la scelta compiuta da Azienda Usl e Comuni per la nuova struttura ospedaliera di Sassuolo: “qui abbiamo fatto la scelta della sperimentazione perché questa sperimentazione funziona”, ha ripetuto ai membri del Consiglio.

“E’ stato lo stesso Bissoni a ricordarlo – dichiara Laura Tosi: al momento delle scelte sul nuovo ospedale di Sassuolo le possibilità erano tre: accorpare le due strutture presenti sul territorio (ospedale civile e Villa Fiorita che, come ha ricordato Giovanelli, operavano già in sinergia) attraverso una sperimentazione gestionale che garantisse la maggioranza del pubblico e la fedeltà ai valori della sanità pubblica, vale a dire gratuità, universalismo ed equità; non intervenire attraverso la programmazione a rete, mantenendo sul territorio le due strutture separate, ma questa scelta avrebbe portato ad una riduzione dei posti letto del nuovo ospedale, come è avvenuto per Baggiovara e Policlinico; mettere in competizione le due strutture, secondo il modello lombardo, scatenando la competizione sul mercato.

Ma questa scelta, dove è stata compiuta – ha ricordato Bissoni – oggi mostra i suoi frutti e a farne le spese sono i cittadini, ai quali non è più garantito il rispetto dei valori e dei principi della sanità pubblica. Perché la sanità non è un mercato, non ubbidisce alla legge della competizione. Il modello lombardo lo dimostra: la conseguenza di questa scelta è il progressivo abbattimento del valore delle singole prestazioni”.

“Le parole di Bissoni al termine dell’intervento del Direttore dell’Azienda Usl – ricorda Laura Tosi – hanno confermato la bontà della scelta compiuta a livello provinciale e regionale. Quando, negli anni novanta, tutti parlavano di competizione, la Regione Emilia Romagna parlava di programmazione a rete, di integrazione, e veniva accusata di guardare indietro, di non essere all’avanguardia. Debbo dire che le stesse accuse mosse ai vertici della sanità regionale venivano mosse, in misura e modi diversi, anche a chi, tra gli amministratori locali, sosteneva come abbiamo fatto noi la scelta della programmazione a rete e non della competizione.
Ora la realtà dei fatti dà ragione al modello emiliano, e il nuovo ospedale di Sassuolo lo dimostra: è stata fatta la scelta della programmazione a rete, non abbiamo ragionato solo di posti letto ma di innovazione e riorganizzazione, abbiamo puntato sull’innovazione tecnologica, sull’integrazione, sui servizi territoriali, quelli più vicini al cittadino, sull’assistenza domiciliare integrata.
E mentre altre Regioni – come ha dichiarato Bissoni – sono costrette a rivedere e riorganizzare dalle radici la programmazione, in Emilia possiamo guardare al futuro con ottimismo”.