Identificata e caratterizzata all’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia una nuova malattia genetica che riguarda il metabolismo dei grassi (trigliceridi).


A questo risultato è giunto un gruppo di ricercatori, operante attorno al Laboratorio di genetica molecolare ‘LABGEN’ del Dipartimento di Scienze biomediche, diretto dal prof. Sebastiano Calandra, che ha chiarito finalmente l’importante ruolo fisiologico giocato nel processo di assorbimento dei trigliceridi dalla proteina denominata ‘apolipoproteina A-V’.

La scoperta, cui hanno contribuito anche colleghi dei laboratori delle Università di Catania, Genova e Milano, offre interessanti possibili prospettive nella cura di una – al momento si sospetta – rara malattia genetica, che per l’assenza di questa proteina si evidenzia con un elevato accumulo nel sangue dei grassi assorbiti con la dieta e di quelli secreti dal fegato, i quali non possono essere metabolizzati e utilizzati dai tessuti. Ma, c’è di più! La caratterizzazione della proteina dischiude la porta a nuovi orizzonti in diversi settori della patologia umana come il diabete e l’insulino-resistenza, una condizione comune nel diabete presente in soggetti di età matura, per effetto della quale l’organismo produce regolarmente insulina, che non riesce ad esercitare la sua azione, perché gli organi dell’organismo non risentono dell’azione di questo ormone, e l’atero-sclerosi, una patologia molto frequente che rappresenta la principale causa di infarto del cuore e dell’ictus cerebrale.

Tutto ha origine da una paziente e sistematica analisi di alcuni geni ‘candidati’, eseguita su un largo numero di malati che presentavano elevati livelli di trigliceridi nel sangue (ipertrigliceridemie primitive), in alcuni dei quali si è potuto osservare la mutazione di un gene nuovo, scoperto solo nel 2001 da ricercatori americani e francesi, dapprima nel topo e successivamente nell’uomo, soprannominato gene ‘apoa5’.
Il gene ‘apoa5’ produce una proteina denominata – appunto – ‘apolipoproteina A-V’, di cui si sospettava una qualche connessione al metabolismo dei trigliceridi, data la sua analogia strutturale con altre proteine già conosciute, ma fino ad ora non esisteva la prova formale e non esistevano certezze che essa avesse un qualche ruolo fisiologico di rilievo nell’uomo.

Attraverso la identificazione e caratterizzazione clinica, biochimica e genetica di due pazienti e delle relative famiglie, nei quali il gene ‘apoa5’ si presentava con una forma mutata che impediva la produzione della proteina apolipoproteina A-V, i ricercatori modenesi hanno potuto definitivamente stabilire che è proprio la mancanza di questa proteina, la quale ha un’azione di controllore dei grassi presenti nel sangue, a determinare nei malati elevati valori di trigliceridi.

I risultati di questa scoperta sono in corso di pubblicazione sulla prestigiosa rivista ‘Arteriosclerosis Thrombosis and Vascular Biology’.