Sono 55 i ‘nodi’ della rete emiliano-romagnola per la ricerca industriale e il trasferimento tecnologico: 25 laboratori, 24 centri per l’innovazione e 6 parchi specializzati in nanotecnologie, meccatronica, genomia e biotecnologie, tecnologie informatiche per servizi e reti d’impresa, voluti dalla Regione con un investimento di 130 milioni di euro e in cui saranno impegnati 550 ricercatori, mentre complessivamente sono stimati 1500 nuovi occupati in regione nel settore della ricerca.


La rete, che sarà presentata ufficialmente giovedì con un convegno al Cnr di Bologna, va da Piacenza a Rimini e costituisce un sistema per rafforzare il rapporto tra impresa e ricerca. Laboratori e centri sono un nuovo modello operativo costituito nell’ambito delle università emiliano-romagnole (Bologna, Modena-Reggio Emilia, Ferrara, Parma, e a Piacenza nelle sedi di Cattolica e Politecnico di Milano).
I laboratori si impegneranno per la ricerca industriale; i centri per il trasferimento di formazione e aggiornamento su tematiche specializzate a tecnici di impresa; i parchi invece ospiteranno l’insediamento e l’incubazione di iniziative imprenditoriali nate dalla ricerca.

La rete è presente su tutto il territorio, con diverse specializzazioni. Si va dall’alta tecnologia e meccanica del distretto ‘High -Mech’ (15 tra centri e laboratori), alle scienze della vita e salute (6), all’innovazione organizzativa (6), all’agroalimentare (5), all’ambiente e sviluppo sostenibile (5), all’edilizia (5), all’Ict (2 centri e 10 progetti di sviluppo). In sinergia con queste strutture i 6 parchi per l’innovazione (2 a Bologna, 1 a Modena, 1 Parma, 1 Ferrara e 1 a Faenza).

La rete è il risultato di diversi interventi e all’impegno economico della Regione hanno risposto anche gli enti riuniti in Aster (il consorzio tra università regionali, Cnr, Enea, Regione, Associazioni imprenditoriali, Unioncamere). La rete integra un quadro di interventi che complessivamente ha visto la Regione stanziare oltre 130 milioni di euro grazie a risorse messe a disposizione dal Programma regionale per la ricerca industriale per l’innovazione e il trasferimento tecnologico (Prriitt) e da altri strumenti come il Programma triennale per le attività produttive, il Piano telematico, il Programma azione innovative per la salute e i Fondi obbiettivo 2.
Il primo bando per le imprese selezionò 182 progetti, con 300 ricercatori impegnati e 234 contratti di collaborazione attivate. Da questo impegno sono nate 26 nuove aziende. Al secondo bando hanno partecipato oltre 800 imprese di cui oltre 600 ammesse alla selezione ora in corso.

Un impegno che si è tradotto nel risultato di 1500 nuovi occupati nel settore della ricerca, e che ha portato la Regione a ricevere, pochi giorni fa, a Stoccarda (Germania) il Premio speciale della Commissione europea per le politiche innovative collocandosi al primo posto tra una selezione di 22 regioni europee di eccellenza.

”Così strutturata – ha sottolineato Duccio Campagnoli, assessore alle attivita’ produttive dell’Emilia-Romagna – la rete dota la regione di una nuova infrastruttura di sistema per la ricerca e dimostra come sia possibile una nuova politica industriale concentrata soprattutto sulla crescita dell’economia della conoscenza”.