Con il piano industriale 2004-2006, approvato dal Cda, parte la nuova Ervet, la spa detenuta all’80% dalla Regione (18,2% in mano alle banche) che dopo la legge di riforma varata nel marzo del 2003 ha cambiato la sua missione: non più società al servizio delle imprese tramite i centri di servizio, ma agenzia per lo sviluppo economico del territorio che guarda in particolare alle politiche per lo sviluppo sostenibile, all’Europa e alla globalizzazione.


C’è voluto più di un anno, ma ora tutto è a regime e la società – ha spiegato la presidente Giuseppina Gualtieri – ha definito non solo il piano degli investimenti (da 169 mila euro nel 2003 a 427 mila nel 2006 con più attenzione a formazione dei dipendenti e certificazione di qualità), ma le caratteristiche di intervento: centro di competenza e di supporto tecnico per gestire i programmi territoriali, advisor per i programmi locali, attivatore di partnership nazionali e internazionali, oltre ad assistere le istituzioni per i progetti integrati.

E’ stata firmata anche la convenzione triennale con la Regione che prevede un finanziamento di 4 milioni all’anno mentre il resto dei fondi l’ Ervet andrà a cercarseli anche con i progetti internazionali e comunitari, ma tenendo come asse strategico le politiche di valorizzazione economica del territorio secondo le priorità della giunta regionale a cui – ha tenuto ha precisato Gualtieri – ora fa capo Ervet; non più dunque al singolo assessorato alle attività produttive.

Ervet, in coerenza con le indicazioni della legge è uscita da molti centri di servizio (Cercal per le calzature, Democenter di Modena, il Cesma di Reggio) è rimasta con funzione di coordinamento in Citer, Cermet e Nuova Quasco mentre ha partecipazioni di minoranza in società per lo sviluppo territoriale come la Sipro di Ferrara. Anche da queste scelte discendono alcune conseguenze economiche – ha precisato ancora Gualtieri – che prevedono un calo del fatturato dai 9,4 mln del 2003 ai 7,5 previsti ed un parallelo calo dei costi (la società ora ha una struttura più snella con 27 dipendenti) da 7,4 a 5,2 mln. In rosso di sei mila euro nel 2003, Ervet – ha detto ancora la presisente – punta a realizzare un attivo di 160 mila euro nel 2006. Ma l’obiettivo della nuova società – ha tenuto a sottolineare Gualteri – non è quella di fare profitti, ma di tenere in equilibrio i conti, accentuando al massimo l’aspetto di soggetto tecnico per le politiche a tutto campo della giunta, ma centrate sulla valorizzazione economica del territorio. In questo quadro Ervet sarà gestore ad esempio delle politiche per la montagna o per gli interventi connessi al Ptr o ai programmi sull’obiettivo 2 (zone economicamente disagiate).