“Nei ristoranti italiani “Doc” e sulle tavole di buongustai, vip, attori e cittadini americani che in numero crescente apprezzano la vera cucina tricolore sarà più difficile trovare i sapori e i profumi esclusivi del Made in Italy alimentare come il tartufo e lo zafferano, sui quali gli Stati Uniti hanno deciso di aumentare le tariffe doganali sulle importazioni”.

E’ la Coldiretti a lanciare l’allarme sulla notifica statunitense al Wto per l’applicazione di “tasse” all’importazione dall’Unione Europea per alcuni tipi di yogurt, formaggi fusi, paprika, carciofi sottoaceto, olive non verdi in acqua salata, pesche conservate, cicorie, mandarini ed anche capperi, zafferano e sopratutto tartufi trasformati e conservati che colpiscono principalmente l’Italia. Si tratta – spiega la Coldiretti – di una misura che gli americani intendono adottare come ritorsione per la decisione dell’Unione Europea, varata al Consiglio dei Ministri agricoltura del 19 luglio 2004, sull’applicazione di tariffe fisse all’importazione del riso che riguarda anche le produzioni statunitensi per un valore di 33 milioni di dollari all’anno. Per l’Italia – sostiene la Coldiretti – ad essere più colpiti dalla “ritorsione” statunitense sono proprio lo zafferano e i tartufi con un valore delle esportazioni verso gli Usa che supera il milione di Euro all’anno.

Si tratta di prodotti per i quali – precisa la Coldiretti – dopo le diffidenze iniziali che hanno riguardato soprattutto il tartufo, che la leggenda vuole essere stato confuso più volte nei locali con una patata “avariata”, si assiste ad un apprezzamento crescente negli appuntamenti oltreoceano più prestigiosi. Le nuove supertasse Usa, oltre a determinare un grave danno alle esportazioni delle imprese nazionali, privano anche un grande pubblico dal palato raffinato di prodotti fortemente legati al territorio italiano. Il rischio è – sottolinea la Coldiretti – che vengano sostituiti da scadenti prodotti di imitazione come gli oli aromatizzati artificialmente con agenti chimici che nulla hanno a che fare con il tartufo naturale e con lo “zafferanone”, ossia polvere a basso costo proveniente dall’Egitto e dalla Tunisia e ricavata da un cardo selvatico che in comune con il prezioso oro giallo ha solo il colore.

Lo zafferano italiano ha una qualità unica e – informa la Coldiretti – per ottenerne un chilo puro occorrono circa 200 mila fiori e almeno 400 ore di lavoro e da un ettaro di terreno se ne possono produrre dai cinque a otto chili. Per difendere il prodotto nazionale dalle imitazioni sono molte le iniziative di valorizzazione come quelle sostenute dalla Coldiretti che stanno portando alla concessione del parte dell’Unione Europea della denominazione di origine protetta per lo zafferano di “San Gimignano” e per quello “dell’Aquila”. Il tartufo italiano è invece una invece una specialità che impegna nella raccolta decine di migliaia di professionisti impegnati a rifornire negozi, ristoranti e stabilimenti di confezionamento e trasformazione. Una tradizione che – precisa la Coldiretti – è sottoposta alla concorrenza “sleale” di prodotti sostitutivi a basso costo e qualità incerta che la decisione statunitense rischia di favorire. Per scongiurare l’applicazione dei nuovi dazi che potranno essere applicati a partire dal primo marzo 2005 esiste entro tale termine ancora un piccolo spazio negoziale per evitare decisioni che – conclude la Coldiretti – rischiano di colpire gravemente settori simbolo della qualità agroalimentare nazionale che hanno dimostrato grandi potenzialità di crescita sul mercato americano.