L’obiettivo è quello di arrivare, entro il 2005, a disegnare una ‘carta’ delle zone vocate per i Lambruschi modenesi con l’obiettivo di migliorare e valorizzare la qualità del vino. Alla realizzazione di questo progetto, partito tre anni fa, la Provincia attribuisce un valore strategico per il futuro della viticoltura modenese e vi ha destinato 106 mila euro.

Il percorso è ora entrato nella fase finale. I risultati delle ricerche che costituiscono i dati scientifici in base ai quali elaborare la “carta”, infatti, sono stati presentati venerdì 18 febbraio a Sorbara di Bomporto in un incontro a cui hanno partecipato i tecnici e dirigenti della cantine cooperative e private.

Più dettagliatamente sono stati illustrati i risultati degli studi di “zonazione viticola” in corso di realizzazione all’interno delle aree Doc della provincia di Modena, studi che hanno visto la collaborazione di esperti di viticoltura e pedologi, che si occupano di rilevamento, classificazione, cartografia, interpretazione e conservazione del suolo, per acquisire tutte le informazioni utili alla gestione agronomica della vite.

Il concetto che sta alla base delle denominazione di origine e della “zonazione vitivinicola” è che le caratteristiche del vino sono strettamente correlate ai caratteri ambientali del territorio di produzione; in particolare il carattere del clima e dei suoli, tipici di ogni zona viticola e il tipo di vitigno sono i principali responsabili della qualità del vino. La zonazione costituisce pertanto lo strumento col quale pianificare l’attività viticola per offrire al consumatore la parte migliore delle produzioni d’area e programmare nuovi impianti in suoli idonei. Inoltre, con tale base conoscitiva è possibile elaborare proposte di ampliamento delle zone Doc, contribuendo così alla valorizzazione del territorio d’origine.

“La produzione vitivinicola – afferma l’assessore all’Agricoltura e alimentazione Graziano Poggioli – rappresenta un carattere distintivo dell’agricoltura modenese, sia dal punto di vista economico, ma anche per i suoi risvolti culturali e paesaggistici. E’ una coltura da tutelare e sviluppare per rispondere alle sfide poste dal mercato e dai consumatori”.

Di fronte ad un mercato che si allarga, in cui entrano nuovi e agguerriti produttori di altri paesi e dove il consumatore si fa più esigente in termini di qualità, la produzione tipica dei lambruschi (Sorbara, Salamino e Grasparossa) per l’assessore Poggioli “deve compiere uno sforzo di qualificazione”.

“La strada che proponiamo con questo progetto di zonazione – sottolinea l’assessore provinciale all’Agricoltura e alimentazione – è quella di individuare tutti gli elementi che stanno alla base della produzione di un vino di qualità: il suolo, il clima e il vigneto e combinarli al meglio. L’altro elemento per chiudere il percorso è l’apporto umano che con competenza e passione deve partecipare a questo sforzo. Solo così si realizza quella miscela di competenze, professionalità, caratteristiche fisiche dell’ambiente ed elementi della tradizione culturale di un territorio che contribuiscono a creare una immagine di successo per un prodotto e per la terra che lo ha generato”.