Domani, domenica 20 febbraio, Fiorano Modenese commemora l’eccidio di 5 partigiani, prelevati per rappresaglia dalle carceri dell’Accademia Militare di Modena, e uccisi in piazza Ciro Menotti all’alba del 15 febbraio 1945.

Il programma della erimonia prevede alle ore 9 il concerto della Banda di Solignano, alle 10 il corteo verso la Chiesa Parrocchiale per la celebrazione della Santa Messa, cui seguirà la posa corone al Monumento ai Caduti e il saluto del sindaco Claudio Pistoni. Nel Palazzo Astoria sarà inaugurata una mostra sulla Resistenza, aperta fino al 28 febbraio. In occasione del sessantesimo anniversario dell’eccidio, saranno distribuite cartoline commemorative con annullo postale (dalle ore 9 alle ore 15).

“La celebrazione di domenica è un ponte fra il Giorno della Memoria, che abbiamo ricordato con una serie di iniziative pubbliche e per le scuole, e
il 25 Aprile, festa della Liberazione e della Resistenza – spiega l’assessore Maria Paola Bonilauri – E’ una occasione per riflettere sugli
orrori della guerra e sul perché gli Italiani, fra i valori fondanti della propria democrazia, basata sulla libertà, la solidarietà e la centralità
della persona umana, abbiano scelto di ripudiare la guerra e lo abbiano voluto scrivere nella Costituzione.”

“Non tutti i giovani sanno – aggiunge Maria Paola Bonilauri – che quel muro
conservato nel Monumento ai Caduti era una parete della Casa del Fascio dove avvenne l’esecuzione. Ai ganci, uno dei quali ancora si vede su quel muro, i cinque patrioti furono legati e i segni visibili sull’intonaco, sono quelli provocati dai proiettili. Quando negli anni Settanta
l’Amministrazione Comunale affidò all’architetto Claudio Roli il progetto del monumento da costruirsi al posto della casa del Fascio e commissionò al celebre scultore modenese Marino Quartieri il gruppo bronzeo, decise che quel muro doveva rimanere come testimonianza perché è davanti a quel muro che i Fioranesi si ritrovano ininterrottamente dalla fine della guerra, per
ricordare”.

In seguito all’uccisione di un soldato tedesco da parte dei partigiani, il comando di occupazione nazista decise per rappresaglia di uccidere cinque
partigiani prelevati dalle carceri dell’Accademia Militare di Modena. A nulla servono i tentativi di mediazione. In una fredda notte, fra il 14 e
il 15 febbraio 1945, a Fiorano si dorme poco perché l’alto numero di Tedeschi e la presenza di blindati in piazza lasciano presagire eventi negativi. I cinque partigiani vengono bendati, legati al muro e giustiziati attraverso fucilazione: Filippo Bedini aveva 25 anni, Tauro Gherardini 23 con moglie e due figli, Giuseppe Malaguti 42 con moglie e tre figli. Venti anni ha Raimondo Dalla Costa e soltanto diciannove Ribes Riccò. Nessuno aveva responsabilità nella morte del soldato tedesco.