Quarto ed ultimo appuntamento con la qualità della musica di AcusticaMente. In attesa di “Transiti”, progetto sul Marocco a cura di Jamal Ouassini, sul palco domani, mercoledì 23 febbraio, alle ore 21 un’altra doppietta di indiscusso valore artistico: Marco Parente e Songs for Ulan.


Una vera e propria anteprima nazionale quella di Marco Parente a Fiorano. Verrà infatti presentato il nuovo spettacolo “Il Rumore dei Libri. La voce dei poeti”, incentrato sull’interazione tra la forma canzone del repertorio di Marco e le voci registrate di alcuni poeti sonori come il francese Henry Chopin o l’italiano Adriano Spatola. I materiali provengono dall’archivio storico di Elytra Edizioni di Reggio Emilia, uno tra i più importanti al mondo.

Parente non è nuovo a fruttuose collaborazioni con la poesia. Infatti, nel 1998, inizia la collaborazione con City Lights Italia, figlia della mitica City Lights di Lawrence Ferlinghetti. A questo proposito, nel 2000 Parente partecipa al tour PullMan My Daisy appunto con Ferlinghetti, Ed Sanders, Anne Waldman, John Giorno, Alejandro Jodorowsky e molti altri poeti e musicisti esponenti della “beat generation”. Sempre con City Lights Italia, nel 2001 partecipa al Festival Fuck Art, Let’s Dance accompagnando i readings di Lawrence Ferlinghetti. Ospite del Premio Ciampi 2001 si esibisce in una vibrante performance. Nel 2002 riceve il Premio Grinzane Cavour per la poesia e i testi musicali insieme a Manuel Agnelli e Cristina Donà.

Songs for Ulan si presenterà con set acustico chitarra e voce in apertura dello spettacolo di Marco Parente.

Songs for Ulan è il lavoro più personale di Pietro de Cristofaro, artista napoletano cresciuto, non solo musicalmente, tra rabbia ed ironia, energia pura e malinconia, ascoltando e sognando Nick Drake, Neil Young, Nick Cave, Bob Dylan, i Violent Femmes, gli Husker Du, Tom Waits, Leonard Cohen, Chet Baker, gli Screaming Trees, i Giant Sand, Johnny Cash…

Un progetto realizzato grazie alla partecipazione di alcuni elementi della scena indipendente italiana come Cesare Basile, musicista già al lavoro con Hugo Race, Manuel Agnelli, John Parish e John Bonnar. Conosciutisi nel ’99, Pietro e Cesare si ripromettono di lavorare ad un disco acustico, magari su 4 piste, senza dar conto a nessuno. Danno così vita a “Songs for Ulan”, ruotando agli strumenti, con 4 microfoni. Nascono sette brani dall’approccio scarno e contenuto. Una notturna miscela elettroacustica fatta di ambiente ed aria nelle ritmiche, dall’andamento talvolta barcollante, di arpeggi ed accordi delicati, dove le chitarre, ora acide e sottili, altrove veloci e pastose, più che semplice contorno alla calda voce di Pietro, ne divengono il vestito più bello. Atmosfere rarefatte che evocano un falò nel deserto, sotto la luna, aspettando l’alba.

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