Varie manifestazioni provinciali si sono tenute in Emilia-Romagna in concomitanza con lo sciopero indetto dai sindacati del tessile abbigliamento calzaturiero Filtea-Cgil, Femca-Cisl e Uilta-Uil, con un’adesione media – secondo fonti sindacali – dell’ 80-90%. Partecipazione molto significativa, sottolineano i sindacati, nelle manifestazioni di Modena e Bologna, dove hanno sfilato in corteo circa 2000 lavoratori (1.200 a Bologna e 800 a Modena); negli altri territori si sono svolti presidi davanti alle Prefetture o iniziative di assemblee aperte ai cittadini con la partecipazione delle istituzioni.


L’iniziativa messa in campo dal sindacato, e il forte sostegno dato adesso dalle lavoratrici e dai lavoratori del settore, confermano – sottolineano i sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil – ”l’importanza delle questioni che abbiamo inteso sollevare, per costruire risposte efficaci contro la crisi del settore e per un suo rilancio. Per questo serve una politica industriale adeguata basata sull’incentivazione alla ricerca e’ all’innovazione e alla valorizzazione del lavoro; non servono invece provvedimenti confusi come quelli che si appresta a varare il Governo con il decreto sulla competitivita’, ne’ tantomeno invocare dazi e barriere doganali come pare stia facendo il ministro Marzano a Bruxelles, ma rivendicare l’ applicazione negli scambi commerciali le regole della reciprocita”’.

C’e’ inoltre la necessita’ urgente – proseguono i sindacati – ”di provvedimenti a sostegno del reddito dei lavoratori che sono coinvolti in processi di sospensione, cassa integrazione, mobilita’, con provvedimenti efficaci a sostegno dell’ occupazione per scongiurare licenziamenti di massa”. Dopo la giornata odierna, ”che non a caso abbiamo fatto coincidere con la festa della donna vista l’alta occupazione femminile del settore”, continueremo la nostra azione – concludono Femca, Filtea e Uilta – ”per ottenere impegni che rilancino il settore tessile abbigliamento calzaturiero in Italia e in Europa e difendano l’occupazione”.