Dall’esperienza di ‘Cittadinanza attiv’ (movimento di cittadini per lo sviluppo della partecipazione pubblica) e dalle diverse iniziative avviate dall’Agenzia sanitaria regionale per dare forma concreta alla centralità del cittadino all’interno del Servizio sanitario dell’Emilia-Romagna, nasce il progetto ‘Audit civico, ovvero la sperimentazione di un nuovo modello di valutazione della qualità dei servizi dalla parte degli utenti.

Attraverso lo strumento Audit, le organizzazioni dei cittadini e le Aziende sanitarie collaborano all’attuazione di un’analisi critica e sistematica della qualità dei servizi mirata, appunto, a dare maggiore rilievo al “punto di vista del cittadino”. Un obiettivo, questo, che è peraltro da tempo al centro del Servizio sanitario regionale con l’azione dell’Agenzia e delle Aziende sanitarie, come è testimoniato – tra l’altro – dalla costituzione dell’Osservatorio della qualità percepita dai cittadini e dai percorsi di accreditamento delle strutture sanitarie.

La sperimentazione dell’Audit civico in Emilia-Romagna è partita in 12 Aziende sanitarie (Aziende Usl di Bologna, Reggio Emilia, Modena, Parma, Piacenza, Ferrara, Forlì, Cesena, Rimini, Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna, Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara, Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia) in collaborazione con la stessa ‘Cittadinanza attiva’ (che ha sviluppato in Italia la metodologia dell’Audit civico) e con i Comitati consultivi misti, che sono gli organismi costituiti in ciascuna Azienda sanitaria proprio per dare voce e peso al punto di vista degli utenti. L’Audit civico prevede, tra l’altro, la formazione di “team misti” di valutatori composti da operatori sanitari e utenti, questi ultimi reperiti attraverso un bando pubblico.

Il progetto, per il quale la Regione ha stanziato per questo primo anno 25 mila euro, si concluderà entro il 2005. I risultati verranno presentati in un convegno regionale e serviranno a migliorare l’offerta e la qualità dell’assistenza sanitaria, ad estendere le opportunità concrete di autodeterminazione del cittadino e a diffondere le ‘buone pratiche’ e le migliori esperienze aziendali a tutto il Servizio sanitario regionale.
Attraverso il metodo dell’Audit civico si intende, tra l’altro: semplificare l’approccio alle cure da parte dei cittadini; dare priorità alla prevenzione dei rischi connessi alle cure mediche, alla riduzione del dolore e del suo impatto sulla qualità della vita degli ammalati e delle loro famiglie; favorire la partecipazione e la tutela dei diritti attraverso il confronto sistematico tra operatori e utenti.

I risultati finali della sperimentazione dovranno poi servire al miglioramento complessivo e all’innovazione del ‘sistema’, a cominciare dalla realizzazione di canali informativi interattivi tra le Aziende sanitarie e le rappresentanze dei cittadini.