“Mi da un bicchiere d’acqua?”, dal 19 luglio non sarà più possibile pronunciare questa richiesta nei bar, da quella data entrerà infatti in vigore in vigore un decreto Ministeriale che stabilisce l’utilizzo di bottigliette monodose sigillate per evitare casi di intossicazione e avvelenamento, lo ha annuncia la Federazione italiana grossisti e distributori di bevande Italgrob.
E’ stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 5 aprile la formalizzazione del Decreto Ministeriale siglato dal ministro Marzano il 24 marzo 2005, che stabilisce che nei locali pubblici italiani si debbano utilizzare “bottiglie monodose sigillate” per servire ai consumatori acqua minerale o di sorgente. Una normativa, dicono fonti ufficiali del ministero delle Attività Produttive, che “dopo casi di avvelenamento obbliga all’uso e alla vendita esclusiva di confezioni chiuse”.
I gestori di bar saranno tenuti a servire al consumatore una bottiglia monodose rigorosamente sigillata in contenitori da 125, 250, 330 o 500 ml, evitando così la comune acqua del rubinetto non identificabile. La normativa dovrebbe permettere di controllare i produttori, consentire il recupero delle partite a rischio ed evitare che le responsabilità ricadano sui pubblici esercizi.
Di diverso parere la Fipe Confcommercio che secondo cui non e’ vero che da luglio i bar non potranno piu’ servire ai clienti bicchieri di acqua minerale o in caraffa, ma saranno obbligati a vendere l’intera bottiglietta. Secondo la Fipe, non e’ questo che prevede il Decreto del Ministero delle Attivita’ Produttive del 24 marzo 2005, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 5 aprile. Per la Federazione Italiana Pubblici Esercizi ”questa interpretazione data da alcuni organi di stampa va rettificata” in quanto ”il decreto ministeriale ”si limita a consentire ai produttori di acqua minerale l’imbottigliamento dell’acqua stessa in contenitori piu’ piccoli di quelli attualmente in commercio”.

