Il rieletto presidente della Regione, Vasco Errani, torna al lavoro questa settimana e, tra le prime incombenze, ha quella di comporre la nuova Giunta. Facendo quadrare in 12 assessori il ‘bilancio’ tra territori, partiti e competenze, in mezzo alla ridda di voci che, cominciate già all’indomani delle elezioni, non escludono neanche lui stesso, dato per ‘papabile’ alla guida della Conferenza dei presidenti delle Regioni, di cui è stato vice presidente finora e che si riunirà a Roma il 21 aprile.

Nei corridoi politici, gli assessori dati per ‘sicuri al 100%’ sono quattro e tutti ricoprono già la carica: alla scuola Mariangela Bastico, alla sanità Giovanni Bissoni, al bilancio e vice presidenza Flavio Delbono, ai trasporti Alfredo Peri.
Quest’ultimo con una ipotesi aggiuntiva che però non sembra avere lo stesso margine di ‘sicurezza’: lo scorporo dal suo assessorato delle infrastrutture di Bologna per affidarle al diessino Tiberio Rabboni, già vicepresidente della Provincia.
Se così non fosse, ai bolognesi che rivendicano più peso al capoluogo in Giunta regionale si potrebbe rispondere con un incarico a Donata Lenzi, diessina in quota ai Cristiano Sociali, che potrebbe essere favorita dalla penuria di donne in Consiglio regionale, alla pari però di un’altra diessina, Gabriella Ercolini, sindaco di Castelmaggiore, una delle poche elette in Regione.

Subito dopo verrebbe l’ipotesi di un assessorato per Luigi Gilli, già capogruppo della Margherita in Consiglio regionale: forse alla cultura, settore considerato in quota Margherita perchè ora l’assessore è il diellino Marco Barbieri che, rieletto, è però considerato in uscita dalla Giunta. Alla Margherita non dispiacerebbero le politiche sociali, ma l’assessore verde Gianluca Borghi è stato rieletto ed è in predicato per un ritorno in Giunta: alcune voci ipotizzano infatti che la consigliera verde Daniela Guerra, forte anche della propria esperienza consiliare (è al terzo mandato), possa essere invece ‘papabile’ per la presidenza dell’aula, che appare però in predicato anche per Paolo Zanca (Sdi), che ha già ricoperto una importante presidenza istituzionale, quella della Commissione Statuto.

E proprio il nuovo Statuto della Regione, entrato in vigore il 2 aprile scorso per tutte quelle parti che non necessitano di ulteriori provvedimenti, ha creato nuove figure: tra le prime ad emergere, ci sarà il ‘Sottosegretario alla presidenza della Giunta’ e qui il nome che circola è uno solo, quello di Alfredo Bertelli, ferrarese di Copparo, che da sei anni è ‘consigliere alla presidenza’, nominato da Errani. Poi, nuove figure anche nell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale, che sarà composto anche da due ‘questori’, oltre che dagli attuali presidente, due vice presidenti e due consiglieri segretari.

Tra gli assessori, nei corridoi si sostiene che stia perdendo quota l’ipotesi di confermare anche gli attuali Guido Tampieri (Ds, agricoltura e ambiente), Duccio Campagnoli (Ds, attività produttive) e Pier Antonio Rivola (Margherita, urbanistica). Ma non è ancora chiaro chi potrebbe essere candidato a sostituirli, mentre invece riprende forza a tratti l’ipotesi di mantenere l’assessore esperto di riforme istituzionali, il professor Luciano Vandelli. E ancora, non si esclude del tutto l’ipotesi di un assessorato guidato da Lino Zanichelli, già capogruppo Ds in Consiglio regionale.

Appaiono poi ancora in forse i due incarichi di Giunta ‘riservati’ uno ciascuno al Prc e al Pdci: per il primo circola il nome della segretaria regionale Monica Donini, eletta nel listino del presidente, ma c’è chi giura che Errani non vuole segretari politici in Giunta; però Donini, anche lei favorita dalla penuria di donne tanto che non la si esclude neppure alla presidenza del Consiglio, potrebbe dimettersi dall’incarico di partito. In quota Rifondazione però le voci non escludono un rientro in Giunta di Guido Pasi, anche se non più al turismo e comunque non troppo sostenuto dal proprio partito. Per definire l’assessore del Pdci, poi, si attenderà sicuramente la proclamazione degli eletti da parte della Corte d’Appello (forse un paio di settimane), per capire se il segretario regionale Rocco Giacomino, vittima di uno scambio tra nome e cognome, risulti eletto o meno. Eventualmente, potrebbe riprendere consistenza l’ipotesi che resti Marioluigi Bruschini, da molti dato invece in uscita.

Poi, dalla Romagna, c’è chi non si accontenta del presidente Errani (ravennate) e dell’assessore Bissoni di Cesenatico: oltre ai Ds riminesi che, chiedendo da tempo un ‘loro’ assessore regionale al turismo, hanno mal digerito l’esclusione dell’uscente presidente di commissione regionale Andrea Gnassi e hanno eletto l’assessore provinciale Massimo Pironi, c’è chi candida anche il sindaco di Cesenatico, Damiano Zoffoli (Margherita, oltre 14.000 preferenze), magari perchè si dimetta da consigliere e si recuperi quel posto ai Ds prima previsto a Forlì-Cesena con Giuliano Pedulli, primo dei non eletti con ‘solo’ più di 12.000 voti. Ma c’è anche chi dice che lì, più semplicemente, potrebbe essere chiamato il diessino Paolo Lucchi, più votato (16.776 preferenze), così il subentro di Pedulli avverrebbe tutto in casa Ds, come nel modenese con Bastico, che ha già detto che si dimetterebbe per far posto in Consiglio a Massimo Mezzetti, non eletto con quasi novemila preferenze. Senza ipotizzare così le eventuali dimissioni da consigliere del diessino Peri, che a Parma invece lascerebbe il posto a un diellino.

Per gli assessori-consiglieri i partiti della lista Uniti nell’Ulivo hanno già deciso che si vaglierà caso per caso e comunque il presidente Errani ha ancora le ‘mani libere’: dal nuovo Statuto la Consulta ha cassato un unico passaggio, quello che avrebbe reso obbligatorie le dimissioni dall’aula agli assessori-consiglieri.