Barattoli di sottolio, sottaceti e
conserve gia’ scaduti, ma con etichetta contraffatta recante data diversa, erano finiti in un albergo, due ristoranti, un bar e in 21 esercizi commerciali di vendita al dettaglio e all’ingrosso sparsi in tutta Italia: li ha sequestrati (60.000
confezioni in tutto, compresi quelli ritrovati nel magazzino di smistamento) la Guardia di Finanza di Bologna che ha denunciato 15 persone per frode in commercio e irregolare conservazione di prodotti alimentari.


L’indagine, coordinata dal Pm di Bologna Enrico Cieri, e’ iniziata da una verifica fiscale avviata dai militari della II compagnia del Comando provinciale: ad aprile era stato infatti scoperto un capannone a Sasso Marconi, sul primo Appennino bolognese, dentro al quale erano stipati stock alimentari, insieme a pezzi di automezzi e imbarcazioni, capi di abbigliamento, materiale elettrico, prodotti cosmetici. Il tutto in precarie condizioni igieniche, e senza alcuna dotazione di sicurezza all’interno e all’esterno della struttura.
In particolare i militari hanno individuato confezioni di prodotti alimentari prodotti da un’azienda di Cava de’ Tirreni (Salerno): i barattoli avevano la data di scadenza cancellata, mentre sul tappo era stata appiccicata un’etichetta recante una data successiva, per permetterne la commercializzazione. Subito dopo, su disposizione del Pm, i militari hanno perquisito l’azienda campana, sequestrando 2.200 confezioni di alimenti con etichetta contraffatta, pronte per essere messe sul mercato; mentre sono state ritrovate altre 67.000 etichette contraffatte relative ad altri prodotti che sarebbero poi stati commercializzati. A fine maggio sono poi state eseguite le perquisizioni nei vari esercizi commerciali.


Fra le persone denunciate ci sono una moldava di 31 anni, l’unica persona presente nel capannone di Sasso Marconi, e un quarantacinquenne nato in provincia di Sassari, con alcuni precedenti per ricettazione: i due – secondo gli investigatori – erano i responsabili dell’azienda bolognese, costituita nel 2003. In seguito ai controlli, i militari hanno contestato un evasione alle imposte dirette per circa 1.745.676 euro e all’Iva per circa 349.135 euro. Intanto i prodotti alimentari sequestrati sono sottoposti ad analisi dal personale dell’Asl di Casalecchio di Reno (Bologna).