I Sindacati di Polizia Penitenziaria stanno denunciando da mesi il malessere degli agenti che operano all’interno della casa circondariale Sant’Anna in condizioni di estrema precarietà, non ultimo a causa di una gestione altamente discutibile della direzione carceraria.


Non bastano le difficoltà legate alla cronica carenza di organico, in speciale modo nella sezione femminile, più volte denunciate dai Sindacati e dal personale di Polizia Penitenziaria senza ricevere adeguate risposte. Attualmente nella Sezione maschile sono 183 agenti addetti alla vigilanza di 410 detenuti contro il rapporto di 1 agente/1 detenuto previsto da regolamento, mentre nella sezione femminile sono 8 agenti donne per circa 50 detenute. Ciò conferma i dati del Provveditorato regionale dell’Amministrazione pentienziaria che Sant’Anna è il secondo istituto in regione per problemi d sovraffollamento.

L’esasperazione e l’indignazione degli agenti ha toccato il fondo quando il direttore del carcere, dottor Paolo Madonna, ha accolto la richiesta dello scorso aprile di tutti i 47 detenuti della 5° Sezione ad Alta Sicurezza, di rimuovere gli agenti preposti alla custodia perché a loro ‘sgraditi’.

E’ quanto denunciato in una conferenza stampa di dei Sindacati di Polizia Penitenziaria.
Se a ciò si aggiunge che cominciano a manifestarsi anche situazioni di criticità igienico-sanitaria certamente non destinate a migliorare in vista dell’estate, i Sindacati di Polizia Penitenziaria denunciano con forza l’evidente mancanza di volontà del direttore del carcere nel risolvere i problemi della struttura penitenziaria.

A fronte di una situazione altamente critica, le Organizzazioni Sindacali hanno chiesto in questi giorni un incontro urgente con il responsabile del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria presso il Ministero di Grazia e Giustizia.

Contestualmente hanno richiesto l’intervento di un nucleo di agenti appositamente preposti per supportare gli agenti presenti affinché siano garantite le condizioni di sicurezza del carcere, che non si esclude possano avere ripercussioni negative anche sulle condizioni di sicurezza del territorio e nel tessuto cittadino modenese.