“E’ boom dei “falsi” formaggi italiani negli Stati Uniti dove la produzione di parmesan, ricotta, provolone, mozzarella e romano cheese rigorosamente Made in Usa è quasi triplicata negli ultimi venti anni ed oggi le importazioni dell’Italia dei prodotti originali sono in quantità appena il 2% delle imitazioni realizzate localmente”.

E’ questo l’allarme che emerge da una analisi della Coldiretti che dimostra come la vittoria per impedire la patente di legalità al parmesan nel Codex Alimentarius della Fao non sia sufficiente a fermare la crescita tumultuosa dei cloni dei formaggi italiani più tipici.

Nel 2004 – precisa la Coldiretti – le esportazioni di formaggi dall’Italia negli Usa hanno superato di poco le 30mila tonnellate, oltre 8mila tonnellate delle quali per parmigiano e grana, mentre la produzione statunitense delle imitazioni ha raggiunto quasi 1,7 milioni di tonnellate delle quali 1,3 vendute come mozzarella, 120mila come provolone, 111mila come ricotta, 60mila come parmesan e 15mila come romano cheese.
Si tratta – continua la Coldiretti – del risultato di una crescita ininterrotta (nel 1985 la produzione era pari complessivamente 650mila tonnellate) realizzata nonostante le trattative in corso nel WTO per tutelare dalle usurpazioni nel commercio internazionale le denominazioni di prodotti con caratteristiche specifiche legate all’origine. Se – riferisce la Coldiretti – il Wisconsin è lo stato USA dove si realizza la maggioranza del formaggio italiano taroccato con numerosi impianti di produzione di provolone, romano cheese, mozzarella e parmesan, in crescita sono anche le produzioni dello stato di New York per provolone, mozzarella e ricotta e della California per il provolone e la mozzarella.

Le imitazioni americane dei formaggi più famosi – continua la Coldiretti – possono essere peraltro facilmente scoperte su internet, dove è possibile acquistare formaggi come il Parmesan, il Provolone, il Pecorino Romano o l’Asiago, rigorosamente prodotti in Wisconsin (USA), o anche la Robiola prodotta in Canada, oltre a mozzarella e scamorza affumicata, caciotta e mascarpone.
In realtà, – sostiene la Coldiretti – i formaggi tipici Made in Italy sono taroccati in tutto il mondo come il Gorgonzola brasiliano, la Robiola canadese, la Fontina e il Provolone argentini e il Tinboonzola australiano, ma anche il Parmesao brasiliano, il Regianito argentino, il Reggiano e il Parmesano sudamericani o il Parmesan, che oltre negli Stati Uniti è presente in Canada, Australia fino al Giappone. La diffusione sul mercato globale di imitazioni di bassa qualità oltre a colpire direttamente gli imprenditori nazionali, ai quali vengono tolti spazi di mercato, danneggia gravemente – sostiene la Coldiretti – l’immagine del Made in Italy, sia sui mercati tradizionali che su quelli emergenti come la Cina, dove i consumatori non sono nelle condizioni di distinguere il vero dal falso.

E per questo che Coldiretti e Fnsea, le due organizzazioni degli imprenditori agricoli di gran lunga più rappresentative in Italia e Francia dove si realizza quasi la metà dei prodotti a denominazione di origine (Dop/Igp) riconosciuti dall’Unione Europea hanno siglato un “Patto europeo con il consumatore” per la difesa delle produzioni tipiche dalle imitazioni e dalla pirateria internazionale in vista del prossimo incontro del WTO ad Hong Kong che prevede il sostegno alla proposta dell’Unione Europea per una maggiore protezione delle Indicazioni Geografiche per combattere l’agropirateria, sia all’interno dell’Accordo TRIPS che in quello Agricolo, al fine di garantire regole per una leale concorrenza sui mercati mondiali, base necessaria ad un vero sviluppo sostenibile dell’economia globale.