Tre italiani su quattro usano abitualmente il cellulare. Il telefonino è diventato quasi sentimentale, nel bene e nel male: perchè un italiano su due (47%) lo vive con ‘simpatia, gratitudine e riconoscenza’, ma c’è anche chi ammette di esserne diventato dipendente (16%), per arrivare a chi prova sentimenti di amore (7%), antipatia (9%), rifiuto (9%).


E’ quanto emerge da un’indagine commissionata dalla Nokia all’istituto di ricerca Astra. Il quale, su un campione rappresentativo dell’intera popolazione italiana dai 16 anni in su (circa 49 milioni di persone) è giunto a questa conclusione: il telefonino nella psicologia degli italiani è ormai un sorta di ‘estensione dell’io’, ha dirette conseguenze sul piano psicologico e incide in modo significativo nei rapporti di relazione.

La ricerca è stata presentata oggi a Milano dal sociologo Enrico Finzi, il quale oltre a fornire dati di natura quantitativa ha spiegato quali sono i dati ‘qualitativi’ emersi dall’indagine.
‘Il primo è che le passioni suscitate dal telefonino sono numerose e intense. Perchè solo un quarto degli intervistati lo considera uno strumento da usare e niente più. Per tutti gli altri scatta nei confronti del cellulare un rapporto di tipo sentimentale’.
Il che comporta una serie di conseguenze sul piano sociologico. Secondo l’indagine, l’impatto del telefonino sulla vita degli italiani è stato generalmente positivo: per il 70% degli intervistati ha migliorato e reso più frequenti i rapporti con i propri famigliari, e per il 63% ha permesso di essere individualmente percepiti come più vicini e reperibili.

Nello stesso tempo, però, il 52% dichiara che a causa del cellulare la sua vita è peggiorata perchè si sente ‘troppo a disposizione di tutti’. ‘Non è un caso – ha spiegato la psicoterapeuta Maria Rita Parsi -, perchè la reperibilità costante è una più o meno inconscia minaccia alla propria indipendenza, al senso della propria autonomia’.
Inoltre vi è una quota di italiani, l’11%, che dichiara di non spegnere mai il cellulare. il che rasenta la patologia. ‘Sì – ha aggiunto la psicologa – perchè in questo caso si sconfina nella dipendenza. Siamo cioè di fronte ad un oggetto (ma può anche essere una sostanza, un’abitudine, una qualsiasi mania) del cui uso abbiamo perso il controllo. E questo genera appunto un rapporto di dipendenza’.
L’indagi dimostra anche che tra i giovani compresi tra i 16 e i 24 anni l’uso del telefonino riguarda il 96% della popolazione. Praticamente tutti.
Due italiani su tre, però (66%) dichiarano di spegnere il cellulare quando vanno a dormire, per riaccenderlo la mattina dopo, mentre uno su due (54%) dice di aver incrementato sia la propria efficienza professionale, sia l’autonomia personale, potenziando l’autostima (30%).