Provincia di Modena si impegna a tutelare la produzione locale di barbabietola da zucchero contro il progetto di riforma del settore bieticolo proposto dall’Unione europea.

Il Consiglio provinciale ha approvato all’unanimità un ordine del giorno che invita il Governo a
promuovere la tutela e la valorizzazione della produzione provinciale di barbabietola da zucchero e sollecita un adeguato piano di ristrutturazione
dell’industria saccarifera.
Il documento è stato inviato al ministro dell’Agricoltura Gianni Alemanno, alla commissaria europea Mariann Fischer Boele e all’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni.

Come ha ricordato Stefano Lugli, di Rifondazione Comunista, che ha presentato la proposta a nome dei gruppi di maggioranza, ‘l’Emilia-Romagna produce più della metà dello zucchero italiano e Modena contribuisce significativamente con 8.300
ettari di superficie coltivata, lo zuccherificio di Finale Emilia, che impiega oltre 250 persone tra fissi e avventizi; duemila coltivatori conferenti e un indotto di diverse centinaia di lavoratori. E’ una realtà importante – ha proseguito Lugli – che va non solo salvaguardata ma valorizzata promuovendo il maschio ‘barbabietola da zucchero italiana’ e
sottolineando la scelta dell’agricoltura biologica, contro misure europee che provocherebbero la fine della bieticoltura italiana’.

Il Consiglio provinciale chiede che i tagli della produzione, in funzione della riduzione della quota europea, siano proporzionali alle eccedenze prodotte da ciascuno Stato e che le quote nazionali non siano trasferibili tra Stati per non provocare una delocalizzazione delle attività. Chiede inoltre una riduzione dei prezzi meno drastica di quella
del 39% ipotizzata dalla riforma, che ‘porrebbe fuori dal mercato le agricolture più deboli, come la nostra, rispetto a quelle più produttive, favorendo in particolare le produzioni di Francia e Germania’.

Il documento rileva infine ‘la necessità di mettersi nella prospettiva di una produzione di biocarburanti e beneficiando così del sostegno economico previsto dalla riforma della politica agricola del 2003’.