Con i servizi sociali in prima fila, quando invece circa un mese fa aveva prevalso l’azione delle forze dell’ordine, è iniziato alle 7 lo sgombero delle baracche di cittadini romeni sul Lungoreno, alla periferia ovest di Bologna.

Il primo sgombero era stato uno degli episodi che si era inserito nella disputa sulla legalità e che aveva innescato le dure polemiche fra Rifondazione comunista, diverse associazioni di volontariato e il sindaco Sergio Cofferati.
Con lo sgombero è iniziato il censimento dei romeni che sono nelle liste dei servizi sociali e che hanno iniziato a salire sugli autobus dell’Atc: la loro destinazione è Santa Caterina di Quarto, dall’altra parte della città, dove è prevista la sistemazione in container appositamente allestiti. Nel frattempo le prime ruspe hanno iniziato l’opera di demolizione delle baracche di fortuna.

“Sono contento di quello che ho visto – ha detto ai microfoni di Radio città del Capo don Giovanni Nicolini, vicario per la carità della diocesi di Bologna – perché il tutto si sta svolgendo con delicatezza e pace. Le persone sono tranquille e non c’é il tono di un’azione violenta. Il clima è di fiducia”.

Ovviamente, vista la situazione, qualche problema resta: alcune persone presenti nella lista dei servizi sociali mancano all’appello, mentre ci sono altri romeni che, pur non compresi in tale lista, vorrebbero salire sui bus. Perché solo chi ci andrà, andando poi a Santa Caterina di Quarto, entrerà nel percorso delineato dal Comune.