“Abbiamo fatto bene a fidarci dei nostri dirigenti, ed abbiamo fatto bene ad affidarci alla decisione dei giudici”: è il primo commento del Sindaco Giorgio Pighi alla sentenza della Corte d’Appello di Bologna che ha confermato la piena assoluzione di tutti gli imputati nel processo relativo alla vicenda di Ponte Alto.

“Non avevamo dubbi -prosegue il Sindaco- sulla correttezza dei nostri tecnici e sul loro operato, certezza rafforzata anche dalla sentenza di primo grado che già aveva espresso delle valutazioni importanti proprio sul corretto comportamento amministrativo dei dirigenti del Comune. Anzi, il timore era che in appello prevalesse la prescrizione dei reati contestati rispetto al merito della sentenza e dei fatti accertati. La decisione della Corte d’Appello di esprimersi nel merito e quindi di riconoscere l’evidente innocenza dei tecnici del Comune e degli altri imputati -dice il Sindaco- rappresenta l’ennesima conferma di quanto abbiamo sempre sostenuto: non solo il Comune di Modena ha agito correttamente e nel rispetto delle leggi, ma anzi proprio le norme indicano che un comportamento diverso avrebbe configurato un abuso vero e proprio. I dirigenti hanno compiuto solo il loro dovere”.

La dichiarazione del Sindaco fa riferimento ad un passaggio della motivazione della sentenza di primo grado che è stata accolta in pieno dalla Corte d’Appello. Ha affermato il Tribunale di Modena: “In nessun modo il Comune avrebbe potuto negare le concessioni o autorizzazioni in sanatoria di opere, altrimenti dotate dei requisiti richiesti dall’art. 13 L 47/85, solo per impedire l’uso di quell’area per la Festa dell’Unità. Una simile decisione sarebbe stata certamente viziata da violazione di legge o eccesso di potere…”.

Il Sindaco Pighi conclude la dichiarazione esprimendo “un rinnovato apprezzamento a Gianni Villanti e Laura Venturi”, i due dirigenti comunali loro malgrado coinvolti in questa lunga vicenda giudiziaria, e sottolineando come “ancora una volta il processo abbia fatto giustizia nel merito, al di là di ogni tentativo di strumentalizzazione o speculazione di parte”.