Nonostante si fossero lasciati da circa un anno continuava a perseguitare l’ex fidanzata e a minacciare, se non persino picchiare, chi usciva con lei. E nella notte tra lunedì e martedì ha sequestrato e massacrato di botte un conoscente che non gli ha fornito il numero di telefono del ragazzo che attualmente frequenta la donna.

Protagonista dell’incredibile storia accaduta a Bologna è Fabio Guarracino, 30 anni, originario di Castellammare di Stabia (Napoli) ma
residente a Bologna, già noto alle forze dell’ordine sia per reati contro il patrimonio che per un tentato omicidio.
L’uomo è finito in carcere, su disposizione della pm di Bologna Maria Gabriella Tavano, nella giornata di ieri con le accuse di sequestro di persona e lesioni aggravate. La vittima, uno studente bolognese di 29 anni, ha avuto una prognosi di trenta giorni da parte dei sanitari dell’ospedale Sant’Orsola dove è stato ricoverato.

L’incubo è cominciato verso le 2,30 di lunedì in un circolo privato di via Montebello, nel centro del capoluogo emiliano. Guarracino ha chiesto
alla sua vittima il numero di telefono di un giovane che nell’ultimo periodo frequenta la ex fidanzata di 26 anni e che conosce l’aggredito. Le botte sono volate non appena lo studente ha spiegato di non avere quel numero. Dapprima è stato costretto a salire in auto e lungo il tragitto da via Montebello ai colli è stato malmenato.
Poi Guarracino l’ha condotto in un appartamento in zona Pilastro nelle sue disponibilità dove le sevizie con calci, pugni e bastoni, sono proseguite per tutta la notte. Solo verso le 6,30 il ferito è riuscito a sfuggire al controllo dell’aguzzino e a inviare un sms di aiuto al padre. Il genitore si è anche rivolto al 113 ma all’inizio la polizia, forse anche per il racconto confuso dell’uomo, non è riuscita a
capire cosa stesse accadendo. Solo qualche ora dopo il quadro è parso più chiaro quando cioè la ex fidanzata ha chiamato la polizia per lamentare
che per tutta la notte l’ex l’aveva tormentata costringendola a staccare persino il telefono di casa.

In mattinata, però, Guarracino era riuscito a parlarle e lei in sottofondo aveva udito i lamenti di qualcuno. Una circostanza che l’aveva preoccupata convincendola a chiamare il 113. A quel punto la polizia si è recata a casa di Guarracino, in zona Barca, dove c’era solo la madre.
Infine l’ultimo tentativo è stato sotto l’abitazione della donna dove effettivamente il napoletano si era recato con lo studente 29enne che aveva
sul volto le percosse ricevute.

L’arrestato era già finito in carcere qualche tempo fa perchè coinvolto in alcuni assalti ai danni di bancomat.
Per evitare le manette l’uomo si era nascosto nel cassettone della tapparella di un balcone dell’abitazione di alcuni parenti a Castellammare
di Stabia.