Una decina di perquisizioni che hanno riguardato altrettanti dirigenti e militanti dei Carc, i Comitati di appoggio alla resistenza per il comunismo, sono state eseguite da agenti della Digos su mandato del Pm di Bologna, Paolo Giovagnoli, a Milano, Modena, Firenze, Massa, Roma e Napoli

L’inchiesta bolognese sui Carc, collegata a quella condotta dalla Procura di Napoli, era nata dopo l’omicidio del Prof.Marco Biagi, quando gli inquirenti del capoluogo emiliano avevano monitorato la posizione dei vari gruppi definiti eversivi o ‘pericolosi’ ed erano state acquisite notizie che riguardavano lo stesso ambiente oggetto dell’inchiesta di Napoli.
L’accusa ipotizzata è l’associazione eversiva con finalità di
terrorismo. Nel giro di un paio di settimane il Pm Giovagnoli dovrebbe far partire gli avvisi di fine indagine che solitamente preludono alla
richiesta di rinvio a giudizio.

I fondatori dei Carc sono Giuseppe Maj, 66 anni, ingegnere ed architetto, editore, e Giuseppe Czeppel, 45, che vivono in Francia e che sono finiti
nel mirino della giustizia francese dal 23 giugno 2003 con l’accusa di ”associazione per delinquere a scopi terroristici e detenzione di
documenti falsi”.

Un comunicato dei Carc fa notare che quello di oggi è l’ennesimo ‘blitz’ nei confronti dei Carc, ”è il quinto in 7 anni”. Secondo il comunicato, l’obiettivo delle indagini è ”ostacolare il lavoro dei Carc e
del (nuovo) Partito comunista italiano nella loro azione per organizzare e dare voce e prospettiva alle lotte che i lavoratori, i giovani e le masse
popolari conducono contro questo stato di miseria e guerra e per la costruzione di un nuovo paese socialista”.
Viene ricordato che questo
accade ”a meno di 2 mesi dalle elezioni” e si ”cerca di bloccare il lavoro che i Carc stanno conducendo (raccolta firme) per la presentazione
della Lista Comunista alle elezioni politiche e amministrative delle città di Milano, Roma e Napoli, sequestrando computer e altro materiale
indispensabile per portare avanti la loro azione politica”.

Secondo l’ordine di perquisizione – reso noto dagli stessi Carc – gli indagati ”ideavano, promuovevano, costituivano, organizzavano,
finanziavano, dirigevano un’associazione denominata dapprima ‘Commissione Preparatoria del Congresso di fondazione del (nuovo) Partito comunista italiano’ e poi, dall’Autunno 2004, ‘Commissione Provvisoria del Comitato
Centrale del (nuovo) partito comunista italiano’, operanti in clandestinità in Italia e in Francia con il proposito di compiere atti di violenza finalizzati all’eversione dell’ordine democratico italiano anche
mediante il ricorso alla lotta armata e di entrare in rapporti di collaborazione ‘politica’ e ‘personale’ con altre organizzazioni combattenti o clandestine di matrice comunista attive, in Italia e all’estero, quali le ‘Brigate Rosse’, il ‘Pce(r)-Grapo’ e ‘Frazione Ottobre del Pce(r)’ per ottenere concreti supporti logistici e tentando di accomunare le diverse formazioni ad un unico progetto rivoluzionario”.

Queste accuse – per il Carc – contengono la stessa ”filosofia’ chiaramente persecutoria e inquisitoria che ha caratterizzato le altre inchieste simili: nel 1999 dalla Procura di Roma e Governo D’Alema (archiviata nel dicembre 2001 con un non luogo a procedere), nel 2001 dalla Procura di Milano (archiviata nel dicembre 2001 con un non luogo a procedere); nel 2003 dalla Procura di Napoli (della quale non si sa più niente) e quella del 2003 della Procura di Bologna (della quale non si sa più niente e di cui quest’ultima potrebbe essere l’ennesima appendice)”.

Gli indagati sono: a Milano Pietro Vangeli (segretario nazionale dei Carc e candidato a sindaco per la Lista comunista alle elezioni comunali di Milano) e Manuela Maj (della Direzione Nazionale dei Carc e figlia di Giuseppe Maj); poi altri componenti della Direzione nazionale dei Carc e candidati nella Lista Comunista: Enrico Levoni (candidato in Lombardia), Massimo Gianfrangeschi (candidato alle Provinciali di Lucca), Paolo Babini
(candidato in Toscana), Marco Proietti (candidato alle comunali di Roma), Massimo Amore (candidato alle comunali di Napoli).
La perquisizione di Modena ha riguardato un operaio militante Carc con sequestro di materiale cartaceo e informatico.
”Siamo di fronte all’ennesima montatura giudiziaria – concludono i Carc – all’ennesima operazione di confusione e intossicazione dell’opinione pubblica”.