È organizzato per oggi, dalle ore 9.30 alle 11, il
presidio davanti alla Prefettura di Modena, dei lavoratori della Direzione provinciale del Lavoro in vista dello sciopero nazionale a Roma di venerdì
24 marzo indetto dai sindacati della Funzione Pubblica di Cgil, Cisl, Uil contro i tagli della Finanziaria 2006 ai servizi ispettivi e di vigilanza
delle Direzioni provinciali del Lavoro.


Gli effetti di queste ‘sforbiciate’ si fanno purtroppo sentire anche a Modena. Da diverse settimane è in atto la mobilitazione dei sindacati che hanno denunciato, anche a mezzo stampa, le precarie condizioni in cui versa l’ufficio provinciale del Lavoro di Modena, peraltro preposto allo
svolgimento di funzioni delicate come la prevenzione degli infortuni sul lavoro e il controllo sul lavoro nero.
Sempre più difficile sta diventando sostenere le spese di gestione dell’ufficio, notevoli sono i problemi dal punto di vista logistico e per
il reperimento di materiale essenziale al funzionamento dell’ufficio, quale la cancelleria, gli arredi e gli strumenti informatici.

Ma non basta. Fino a che punto è giusto e dignitoso consentire che gli ispettori del lavoro debbano utilizzare i loro mezzi di trasporto personali
per effettuare i controlli sul lavoro nero e sulla sicurezza, senza avere neanche la possibilità di recuperare le spese di benzina?
I tagli imposti dal Governo con la Finanziaria, prevedono infatti l’azzeramento dei rimborsi delle trasferte che consentivano di recuperare
parzialmente le spese per l’usura dei mezzi di trasporto personali.
Sempre per mancanza di fondi e a causa del blocco delle assunzioni nella Pubblica Amministrazione (ormai al terzo anno consecutivo) è poi stata
bloccata l’immissione in ruolo di diverse unità di accertatori del lavoro, già da tempo in servizio e adeguatamente formati per il controllo sul
lavoro nero, l’evasione contributiva, la sicurezza sui cantieri.

Chiediamo alle istituzioni ed ai cittadini quale oscuro disegno possa giustificare provvedimenti e politiche che stanno mettendo in seria
discussione la possibilità di effettuare controlli da parte di un importante Ente dello Stato che dovrebbe essere il principale riferimento per una seria politica di tutela del lavoro, mentre sul territorio appare sempre più abbandonato a se stesso.
Strutture e personale sono considerati un fardello da smobilitare e svendere, più che patrimonio da valorizzare e incentivare al servizio della
società. Si sta inserendo con forza la precarizzazione del lavoro anche
nella Pubblica Amministrazione, con il ricorso a consulenti esterni spesso con contratti di collaborazione precaria.