Per i dolci tradizionali di Pasqua, uova e colombe, gli italiani spenderanno circa 320 milioni di euro e tra sorprese e altre leccornie altri 800 milioni. Oltre 62 milioni in pranzi fuori casa e 1,6 miliardi per quelli in famiglia. Inoltre, circa 1,7 miliardi se ne andranno in viaggi.

In totale quindi 4,5 miliardi saranno spesi tra Pasqua e Pasquetta secondo i calcoli
dell’associazione Telefono Blu Sos Consumatori, quasi come ”una finanziaria”. Quanto agli aumenti sui prodotti tipici pasquali tuttavia, Telefono Blu sostiene che non saranno superiori al 2-3%.

Ma la Pasqua movimenta anche un considerevole giro d’affari di manufatti legati alla liturgia della Settimana Santa che sommati alle golosità arriva a circa 200 milioni complessivi. Le centinaia di
manifestazioni di culto popolare infatti, che animeranno nei prossimi giorni lo Stivale, muoveranno da sole quasi poco più di 32 milioni di euro realizzati da circa 5 mila imprese e 15 mila addetti. Si tratta di imprese specializzate ad esempio nella realizzazione di addobbi, paramenti sacri e oggetti di culto.

Il fronte pasquale alimentare non vede solo protagoniste uova e colombe, ma anche dolci artigiani tipici regionali la cui produzione è aumentata rispetto allo scorso anno di circa il 4%, producendo un fatturato intorno ai 30 milioni di euro. Questo ambito particolare vede la Sardegna e la Puglia in testa nella produzione e nel consumo, seguite da Sicilia ed Emilia Romagna.

Nelle case degli italiani saranno consumate circa 45 milioni di uove di cioccolato il 70% (forse 60mila quintali prodotti) acquistate direttamente il 30% regalate (piu’ 2% rispetto scorso anno). Meno le
colombe (2 su 3 tradizionali) almeno 35 milioni (forse 70mila quintali) anche qui la percentuale è 80% acquistate direttamente e 20% regalate in
crescita mediamente del 10% negli ultimi 5 anni.
Complessivamente saranno venduti e comprati 35mila tonnellate di dolci pasquali lievitati. Tante le leccornie basate soprattutto sul cioccolato.
Nel nostro paese l’uovo di cioccolato è aumentato come consumo oltre il 20% negli ultimi cinque anni, e di queste il 60% è di cioccolato al latte più gradito ai bambini. Quanto alle uova di pollame si pensi che solo lo scorso anno sono state quasi 50 milioni le uova (di gallina ecc.) consumate pari a circa 9.000 tonnellate ed il periodo pasquale incide notevolmente nel consumo.

Una famiglia su tre mangerà carne d’agnello a Pasqua. Ma l’ovino tradizionale arriva solo terzo nell’hit parade dei consumi delle feste: al primo posto ci sono le immancabili uova di cioccolato e al secondo la colomba. Gli italiani solitamente mangiano circa un chilo e mezzo a testa di agnello, pecora o capretto, all’anno, dal momento che si preferisce la carne bovina, il pollo o il maiale. Nel periodo di Pasqua
però, la tendenza si inverte. Qui si concentrano gli acquisti di carne di agnello e con l’aumento delle richieste cresce anche il rischio che qualcuno ci marci a danno dei consumatori. Ad esempio spacciando prodotti importati come puro ”Made in Italy”. L’import sulla carne ovina, infatti,
è imponente: si superano le 50mila tonnellate all’anno per un valore di circa 200 milioni di euro.