A scuola di paesaggio. Per imparare a tutelare al meglio un territorio e le sue straordinarie risorse ambientali e architettoniche, che oggi sono sottoposte a trasformazioni sempre più rapide e intensive.


Nascono in Emilia-Romagna, per iniziativa della Regione, i primi corsi in Italia rivolti ai componenti delle Commissioni comunali per la qualità architettonica e il paesaggio: architetti, geologi, ingegneri, che devono valutare i progetti di trasformazione delle aree e dei beni sottoposti a tutela. L’obiettivo è migliorare le competenze teoriche, operative e progettuali di questi professionisti, in linea con le indicazioni che arrivano anche dalla Convenzione europea del Paesaggio che il nostro Paese ha recentemente recepito. La Convenzione infatti introduce per la prima volta il principio di paesaggio come valore in sé, da tutelare e salvaguardare non in quanto insieme di “eccellenze”, ma come espressione di un popolo, della sua storia e cultura. Il paesaggio insomma non come “monumento”, ma come snodo fondamentale di uno sviluppo equilibrato tra ambiente, risorse culturali e artistiche, bisogni sociali, attività economiche.

L’accordo che dà il via ai corsi è stato firmato oggi a Bologna dall’assessore regionale alla programmazione e sviluppo territoriale Luigi Gilli, da Maddalena Ragni della Direzione regionale per i beni architettonici e paesaggistici e da Antonio Gioiellieri direttore dell’Anci Emilia-Romagna.
Saranno ora questi tre Enti, ognuno in base alle proprie competenze, a definire contenuti e modalità dei corsi che partiranno dopo l’estate e che saranno aperti anche ai funzionari del settore pubblico, ai tecnici delle Sovrintendenze, ai liberi professionisti del settore privato.
“Con questo accordo – ha detto Gilli – diamo inizio all’applicazione dell’accordo stipulato dal presidente Errani con il Ministero dei beni culturali. Prima tappa la formazione, per rendere sempre più pregnante l’attenzione verso il nostro ambiente. Ci occuperemo poi del Piano paesistico che tanto è servito per tutelare il territorio emiliano-romagnolo e che ora, dopo tanti anni dalla sua entrata in vigore, ha bisogno di un adeguamento.”