Il pm di Bologna Paolo Giovagnoli, che ha condotto l’inchiesta sull’omicidio del professor Marco Biagi, ha commentato le dichiarazioni che Cinzia Banelli, la prima pentita delle nuove Brigate rosse, ha fatto ieri nell’udienza del processo di secondo grado nel quale lei e Laura Proietti devono rispondere dell’omicidio del giuslavorista Massimo D’Antona affermando: ”Non abbiamo nessun elemento per dire che vi sono brigatisti non ancora identificati”.

Secondo l’ex compagna So all’appello mancherebbero almeno un paio di brigatisti che la sera del 19 marzo 2002 fecero parte del commando che agi’ in via Valdonica a Bologna. Il ragionamento della Procura e’ che quei due terroristi non siano in liberta’ come teme la Banelli ma siano finiti nell’inchiesta romana sull’omicidio di via Salaria del 1999. Anzi, il basista che faceva da ponte per gli investigatori era Marco Mezzasalma.
Per Giovagnoli sia l’esistenza del telefonista che del basista ”non dimostra che ci siano altri brigatisti non identificati”.
Comunque, non esclude che quanto detto ieri a Roma ”potrebbe trattarsi delle stesse cose che Cinzia Banelli ha detto nel processo davanti alla Corte di Assise di Bologna” e prima di aggiungere altro si dice ”in attesa di conoscere il contenuto dei verbali delle dichiarazioni”.