Venerdì 2 giugno, alle ore 10, la Comunità di Fiorano si riunisce al teatro Astoria per celebrare il sessantesimo anniversario del primo Consiglio Comunale eletto democraticamente e a suffragio universale.

Sul palco siederà l’attuale Consiglio Comunale, convocato in seduta straordinaria per una cerimonia che si aprirà con i discorsi del presidente del consiglio Egidio Pagani e del sindaco Claudio Pistoni. Seguirà poi la presentazione del volume: “Fiorano 1939-1946. Dalla guerra alla democrazia”, con la ricerca storica di Monica Casini e il corredo di documenti, resoconti e approfondimenti di Alberto Venturi, stampato dalla Faenza Industrie Grafiche per il Comune di Fiorano Modenese.

Segue poi la fase centrale della cerimonia, coordinata dal giornalista Fabio Panciroli, nella quale viene consegnata una medaglia celebrativa del 60° anniversario fioranese a tutti i sindaci, assessori e consiglieri che hanno contribuito con il loro impegno nelle istituzioni, allo sviluppo della comunità trasformatasi da borgo agricolo nel cuore produttivo del distretto leader mondiale nel settore della ceramica. Un cammino lungo sessant’anni che in 13 legislature ha visto protagonisti 225 legislatori fra sindaci, assessori e consiglieri comunali. C’è attesa per potere applaudire Natale Amici, che fu assessore in quella prima assemblea democratica fioranese e che negli ultimi anni ha continuato il suo impegno civile nel circolo La Rosta, scrivendo della Fiorano degli anni della sua gioventù.

Nel 1946 i votanti furono 2.917 su 3.194 elettori; i socialcomunisti ottennero 1.437 voti, 1.291 la Democrazia Cristiana e primo sindaco fu eletto il socialista Vittorio Guastalla, proprio “l’ebreo” costretto dalle leggi razziali a rifugiare all’estero. Dopo di lui vennero Guido Callegari (1947-1951), Giuseppe Morici (1951-1956), Francesco Cuoghi (1956-1960), Renzo Sola (1960-1973), Giuseppe Leonardi (1973-1975), Roberto Giovani (1975-1980), Egidio Pagani (1980-2004) e Claudio Pistoni dal 2004.
Al termine della cerimonia ai partecipanti verrà consegnata copia del volume e sarà inaugurata la mostra “1946”, curata da Alessandra Alberici.

Il sindaco Claudio Pistoni spiega che “la celebrazione del sessantesimo anniversario del Primo Consiglio Comunale è motivo di festa perché i principi della Costituzione non sono rimasti teoria, ma hanno trovato applicazione costante e sono diventati i valori fondanti del nostro Statuto Comunale”. “I Fioranesi, in quegli anni difficili, non si sono lasciati sopraffare dalla guerra e dai suoi orrori, riuscendo a riconquistare la pace e contribuendo a costruire una nazione democratica, basata su principi che ancora oggi restano un saldo punto di riferimento per tutti noi; è stata gente capace di lasciare il fucile e riprendere la vita là dove l’aveva lasciata, riscoprendo la speranza di un futuro”.
“A Fiorano dobbiamo rendere merito a tutti coloro che si sono spesi in prima persona, in Giunta e nel Consiglio Comunale, avendone in cambio più oneri che onori, pagando talvolta un prezzo eccessivo per la loro coerenza e per l’impegno che hanno sentito come un dovere irrinunciabile. Hanno saputo traghettare la nostra comunità fuori dalle paludi della contrapposizione ideologica e hanno saputo garantire sessanta anni di sviluppo e crescente benessere”.

L’assessore Maria Paola Bonilauri, presentando il libro e la mostra, chiarisce: “Pubblichiamo questo lavoro e lo offriamo alla cittadinanza con l’auspicio che possa rappresentare uno strumento interessante per ricordare o riscoprire quel momento fondamentale del nostro passato, ma anche misurarne la distanza, breve e insieme lontanissima, rispetto ad un presente che più facilmente si rende leggibile proprio attraverso il confronto con le radici da cui proviene. Gli anni che la precedettero e i terribili anni della guerra furono vissuti dalle famiglie fioranesi, così come nel resto d’Italia, nella lotta quotidiana che faceva i conti con una gravissima situazione economica, una difficile e rischiosa vita sociale sotto il controllo del regime, il silenzio imposto ad ogni confronto politico, il dolore e l’attesa per i propri figli al fronte, l’occupazione straniera e il pericolo della clandestinità. Ma rimaneva nel profondo, e questo libro ce lo testimonia e ce lo documenta, una comunità viva, non rassegnata, che andava maturando, attraverso la sofferenza, la consapevolezza di un diverso destino possibile; che in qualche modo andava raccogliendo le forze per presentarsi all’appuntamento con la libertà carica dello slancio e dell’entusiasmo necessari a scrivere di sé una storia nuova. E sarebbe stata una storia di sviluppo, di progresso, di trasformazioni radicali; una crescita non solo materiale, bensì anche intellettuale e morale che ha permesso a Fiorano di aprirsi e di accogliere con rispetto e fraterna amicizia migliaia di uomini e donne ed insieme cucire un tessuto sociale ricco, tollerante, solidale”.