E’ stata la presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna Monica Donini ad aprire i lavori di un seminario, svoltosi questa mattina a Bologna, presso la Biblioteca della stessa Assemblea, organizzato dall’Ufficio di Presidenza per la presentazione del “Quarto rapporto sulla legislazione regionale” (dal 16 maggio al 31 dicembre 2005 dell’VIII legislatura).


“Il rapporto – ha detto Donini – si riferisce ad un arco di tempo certamente limitato, il che impedisce considerazioni generalizzanti, tuttavia è utile per ragionare e confrontarci sugli obiettivi e sulle modalità con cui affrontare l’attività politica, istituzionale e legislativa, soprattutto alla luce dell’attuazione del nuovo Statuto”.
“Valutando alcune tendenze che si sono andate consolidando rispetto al passato, – ha evidenziato – come per esempio la prevalenza dell’iniziativa consigliare rispetto a quella dell’esecutivo per i progetti di legge presentati in aula e contestualmente l’alto tasso di successo dell’attività legislativa che sembra ‘premiare’ esclusivamente la Giunta, non dobbiamo cadere nell’errore di dedurne una perdita di centralità dell’assemblea, il cui ruolo è comunque cambiato, trovando lo snodo qualificante della propria attività nei lavori di commissione, nell’intervento critico e modificativo dei progetti di legge proposti dalla Giunta”.

Esemplificativi a questo riguardo anche gli interventi di due Presidenti di Commissione Gian Carlo Muzzarelli (“Territorio, ambiente, mobilità”) e Massimo Pironi (“Turismo, cultura, scuola, formazione, lavoro, sport”), che hanno concordato su una valutazione, contenuta anche nel Rapporto, relativa alla “costante complessità della fase istruttoria del procedimento in Commissione”, di cui sono “un indice evidente sia l’alto numero di leggi emendate (6 su 10 contro le 3 leggi emendate i aula), sia l’alto numero di emendamenti approvati (93)”.
La tendenza è quindi quella di una “superiore capacità modificatrice dei progetti di legge che caratterizza l’attività delle Commissioni rispetto all’Aula”.

“Al di là del buon giudizio sull’organizzazione legislativa dell’Emilia-Romagna, credo che sia corretto valutare il merito del lavoro svolto anche a fronte delle modifiche apportate dal nuovo Statuto”. Lo ha detto Gian Carlo Muzzarelli, evidenziando che, rispetto a considerazioni emerse sull'”esiguo numero di leggi” prodotte dalla Regione in questi mesi di inizio legislatura, “non è scritto da nessuna parte che dobbiamo legiferare per forza, è invece importante lavorare sempre di più sul piano dell’ascolto del territorio e su quello dell’analisi per produrre proposte legislative organiche che rappresentino risposte avanzate per una società evoluta come quella dell’Emilia-Romagna. Insomma, poche leggi, ma che siano utili ed efficaci”.
“Un raccordo forte con il territorio per valorizzarne le peculiarità e rispondere alle sue esigenze, in modo che non si chiuda in sterili localismi che ne limiterebbero la crescita, con un occhio rivolto alla crescita complessiva della regione e l’altro ai punti di riferimento europei”. Questa la ricetta di Massimo Pironi, che parla della “sfida” che abbiamo di fronte “per tenere insieme i valori nuovi, il senso di appartenenza territoriale ed una forte identità regionale”. Di qui “l’importanza di una produzione legislativa, e di un approfondito e qualificato lavoro in Commissione, che sappia coniugare la valorizzazione dei territori con la loro responsabilizzazione, sempre nell’ambito di una uniformità regionale che non vuole dire omologazione”.

Donini, intervenuta anche a conclusione dei lavori, ha nuovamente ribadito come l’introduzione del nuovo Statuto abbia cambiato l’approccio dei Consiglieri regionali ed abbia stabilito nuovi modi d’agire nell’Istituzione. Ma l’attuazione dello Statuto ci dà anche altri obiettivi, come quello di “rendere ancora più articolato e vitale il processo di discussione e di costruzione delle leggi attraverso il coinvolgimento degli enti locali, dell’associazionismo, delle realtà che non coincidono con il perimetro istituzionale”.
Donini ha poi dato particolare evidenza all’introduzione delle “clausole valutative”, con cui verificare l’efficacia delle scelte assunte e dei leggi approvate, e ha rivolto l’attenzione anche alla presentazione della pubblicazione “Ambiente, istruzione, lavoro e sanità”, in cui viene affrontato il nodo “fondamentale, complesso ed impegnativo” del rapporto Stato/Regioni ala luce della riforma del Titolo V della Costituzione.
Hanno partecipato all’iniziativa Roberto Bin, Università degli studi di Ferrara, Paco D’Onofrio, Università degli Studi di Bologna, e Alessandro Palanza, vice segretario generale Camera dei Deputati.

Il rapporto
Il Quarto Rapporto sulla Legislazione dell’Emilia-Romagna riguarda la produzione legislativa nell’arco di tempo tra il 16 maggio (data che segna l’avvio dell’VIII legislatura) ed il 31 dicembre 2005. In realtà è solo nelle sedute del 25 e 26 luglio che ha inizio l’attività legislativa in senso stretto. Nel periodo considerato sono state prodotte 10 leggi ed un regolamento che costituiscono l’oggetto di analisi del Rapporto, che è stato redatto con il precipuo scopo di cominciare a monitorare l’attuazione del nuovo Statuto regionale entrato in vigore il 2 aprile 2005.
In particolare, il rapporto si sofferma su uno strumento di controllo sull’impatto delle leggi, previsto espressamente dall’art. 53 (comma 2) dello Statuto, ovvero sulla clausola valutativa che è stata inserita nella L.r. 17/2005 (Norme per la promozione dell’occupazione..) approvata in questa legislatura.
Fra le principali “tendenze” che emergono va evidenziato l’andamento costantemente in calo della produzione legislativa, in modo corrispondente alla volontà del legislatore di razionalizzare il corpus normativo, mediante “poche” leggi, ma di “settore”, in grado di disciplinare in modo organico intere materie, collegandosi anche al fenomeno sempre più frequente della “delegificazione”, che consiste nel rinvio a successivi atti destinati a disciplinare nel dettaglio la materia oggetto della legge.